DiEM25 compie 5 anni. Il movimento fondato a Berlino nel febbraio 2016 dall’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis dal linguista e intellettuale statunitense Noam Chomsky, dal filosofo croato Srecko Horvat e dal musicista britannico Briano Eno spegne oggi la sua quinta candelina. In questo suo primo lustro il movimento paneuropeo, che si propone una democratizzazione dell’Unione europea, ha radunato 150mila iscritti e 190 gruppi spontanei di sostegno distribuiti in tutti i paesi del Vecchio Continente. Solo nell’ultimo anno le nuove adesioni sono state quasi 20mila.

Diverse le principali campagne che il movimento sta attualmente promuovendo. Tra le principali la gratuità per tutti dei vaccini anti Covid, l’impegno per garantire il diritto all’abitazione e il Green new deal, per favorire di una rapida conversione dell’economia europea verso un modello sostenibile. DieM25 continua inoltre a denunciare le lacune di un Europa sempre meno democratica dove a farne le spese sono soprattutto i più deboli. “Cinque anni fa ci ritrovammo a Berlino per fondare Diem25 con la determinazione di costituire il primo movimento paneuropeo con un obbiettivo comune: democratizzare l’Europa gentilmente ma fermamente. Cinque anni dopo, mentre L’Europa incassa un fallimento dopo l’altro ed è indebolita dalla crisi sanitaria ed economica in corso il nostro obbiettivo è quanto mai attuale e necessario. Quindi così come è stato detto il 9 febbraio di 5 anni fa, scuotiamo L’Europa gentilmente ma fermamente!”, scrive il movimento nel giorno della sua ricorrenza.

Lo scorso 11 maggio DiEM25 ha dato vita, insieme al Sanders Institute statunitense, all’Internazionale Progressista per avvicinare le forze progressiste di tutto il mondo. Il gruppo è coordinato da una quarantina di personalità tra le quali il primo ministro islandese Katrín Jakobsdóttir, Noam Chomsky (Professore, MIT, USA), Yanis Varoufakis, la ministra argentina per le pari opportunità, Elizabeth Gómez Alcorta, la giornalista Naomi Klein (Canada, autrice e giornalista) e l’attivista Carola Rackete. Un primo vertice avrebbe dovuto svolgersi in Islanda lo scorso settembre ma è stato rimandato a causa dell’emergenza sanitaria.

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