Di una cosa sono certo: se si vieta ai cittadini di esprimersi con il voto è il primo passo verso il baratro, le democrazie scivolano verso il caos.

L’Italia è andata in testacoda e ci ritroviamo senza un governo politico (mai sfiduciato, è bene ricordarlo). Nel momento in cui scrivo il presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte non ha ancora parlato, si è chiuso in un fin troppo doveroso silenzio, ma a parlare ci stanno pensando migliaia di cittadini che in questi minuti stanno riempiendo la bacheca dei suoi canali social.

Ne copio qui di seguito qualcuno a caso tra i primi che leggo in questo momento:

“L’unico che abbia dimostrato di rappresentare il nostro paese con capacità, serietà, dignità”;
“Ci manchi già”;
“Un uomo che ha cambiato l’Europa costringendola alla solidarietà dopo anni che a Bruxelles non se ne parlava, che ha condotto il paese nel suo periodo più difficile, che ha portato avanti politiche importanti. Fatti concreti”;
“Faccia un partito per andare presto a votare….!”;
“Ti cercheremo nuovamente presidente ❤️”;
“Vi prego scriviamo tutti sotto questo post la delusione che stiamo provando… facciamo sentire le ns voci ma soprattutto facciamo sentire la ns vicinanza all’unico Presidente del Consiglio che tt noi avremmo voluto”;
“L’Italia tutta delusa”.

Centomila commenti a quell’ultimo post di Giuseppe Conte ormai datato 26 gennaio. Oggi a distanza di 7 giorni, 3 febbraio 2021, potrebbe diventare una data storica. Potrà essere ricordata come la fine di un’era, in cui ha perso il popolo italiano, o un nuovo inizio, la rivincita dei cittadini onesti, dei cittadini che avevano cuore, comprensione e coraggio.

L’establishment del potere per il potere che disprezza il popolo e ama gli affari ha vinto.

Duecentonove miliardi era un piatto troppo grosso per essere lasciato in mano al presidente uscito dal nulla, espresso da quella parte politica più lontana da questo sistema che però non ha saputo combatterlo. Troppo deboli, non si va ad una guerra a mani nude. Dal 4 marzo 2018 abbiamo assistito a un bombardamento continuo e ininterrotto al Movimento 5 Stelle a canali unificati, a giornali unificati. Quanto poteva durare? Nemmeno l’uomo politico più amato dagli italiani ha potuto farci niente.

Pezzi del sistema non hanno mai digerito il movimento fondato da Beppe Grillo. Nessun personaggio pubblico ha mai apertamente sostenuto i grillini: è stato minato, con l’uso sapiente dei media, il consenso sociale. Ve lo dico in parole semplici: “Essere della Lega” è fico, “essere del Pd” è normale, “essere del M5S” è loco, pazzo strano, pensate all’ultima vicenda del voto in aula al Senato, il giorno dopo sui giornali il governo era diventato Conte-Ciampolillo. Denigrare, colpire come un sol uomo questi illustri sconosciuti che si sono permessi di vincere le elezioni e venire a governare l’Italia: come si permettono? Aggiungendo un po’ di astio verso quella parte del Pd che credeva nell’alleanza.

Gli italiani non possono che assistere impotenti, in tv e sui quotidiani a questo nuovo racconto, edulcorato, si tesseranno le lodi del nuovo salvatore, si esporranno le magnificenze di Mario Draghi, ne faranno un gigante pur di farlo digerire all’opinione pubblica. Ma prima o poi si dovrà votare. Gli italiani ci riproveranno ancora o getteranno per sempre la spugna?

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