di Angelo Tuccella

Se c’è una cosa che ho trovato sommamente disturbante nell’attuale dibattito politico è il sempre più frequente richiamo ai molti (troppi?) decessi causati dal Covid-19 nel nostro Paese. Tale questione sta diventando l’arma retorica prediletta da coloro che, in questo momento, si collocano all’opposizione dell’attuale governo. Sbaglierò, forse, ma l’obiettivo di questa polemica mi sembra fin troppo chiaro: ossia far passare l’idea che l’alto numero di decessi registrato da inizio pandemia – se paragonato, evidentemente, a quello di altri paesi – sancisca inequivocabilmente il fallimento di questo esecutivo in riferimento alla gestione dell’emergenza in atto.

Ora, l’accusa, diretta o indiretta che sia, di aver contribuito – seppure in maniera colposa – alla strage compiuta dal virus mi sembra un atto cinico e sommamente scorretto che avrà come unico effetto quello di aumentare la polarizzazione esasperando ancora di più lo scontro fuori dal palazzo. Quello dell’elevata mortalità è un argomento che bisognerà affrontare prima o dopo, senza reticenze, ma tenendo ben presente che la sensibilità dell’opinione pubblica riguardo la sofferenza patita dalle persone in seguito alla scomparsa dei propri cari è molto più forte di quanto non sembri. Occorrerà dunque approcciare l’argomento in maniera laica, moderata e responsabile, munendosi, non appena sarà possibile, delle necessarie evidenze scientifiche.

A questo proposito è bene ricordare che, al momento, non c’è un solo esperto in grado di spiegare con certezza quali siano le cause della grossa differenza, in termini di mortalità (e/o di letalità), tra i vari paesi colpiti dall’epidemia: avventurarsi nel campo delle ipotesi sarebbe oltremodo problematico poiché, le opinioni di ciascuno, sono irrimediabilmente condizionate dalle rispettive credenze, sensazioni e appartenenze.

Facciamo un esempio concreto: gli Stati Uniti d’America sono il paese col più alto numero di morti, ciò nonostante, il loro tasso di mortalità risulta notevolmente più basso rispetto a quello di molti altri paesi. Chi, al pari di me, ama Trump come i gatti amano i loro padroni, messo di fronte a questi due dati sceglierebbe di certo il primo, di qui l’affermazione: “Ecco cosa succede quando hai un Presidente negazionista, una strage”, per contro, ai suoi sostenitori, non potremmo dare torto se, seguendo la stessa logica, dicessero: “Vedete, avevamo ragione noi, la strategia di Trump ci ha permesso di tenere basso il tasso mortalità”.

Oppure, per restare in casa nostra, si potrebbe provare a ipotizzare quanti morti in più avremmo pianto se l’esecutivo avesse dato retta a quel Senatore incontinente che, a metà (più o meno) della prima ondata (quando anche i negazionisti più indefessi si misero, temporaneamente, in modalità in stand by) voleva riaprire tutto. E ancora, cosa sarebbe successo se al governo ci fossero stati coloro i quali, ancora l’altro ieri, manifestavano il loro sostegno ai ristoratori irresponsabili noti alle cronache per deciso arbitrariamente di riaprire in violazione delle disposizioni di legge e delle più elementari norme di buon senso? O anche: quale sarebbe stato il nostro tasso di mortalità se i decessi in Lombardia fossero stati in linea con quelli del resto d’Italia?

Insomma, la solita gazzarra indecente e antiscientifica, perciò, cari parlamentari, seguitate pure ad insultarvi come più vi aggrada però, fateci il favore: i morti, almeno quelli, lasciateli stare.

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