La provincia di Bergamo chiede di essere esclusa dalla zona rossa in cui finirà tutta la Lombardia a partire da domenica 17 gennaio, così come stabilito dal ministero della Salute. Il motivo, spiegano il sindaco Giorgio Gori e il presidente della provincia Gianfranco Gafforelli, è che qui l’incidenza dei contagi è molto più bassa che altrove: “Con 61 nuovi casi ogni 100mila abitanti”, Bergamo è “ben al di sotto della media regionale (122) e ancor più dei territori (Mantova, Como, Sondrio, Milano, Varese) che presentano valori superiori a 200″. Alla richiesta si accodano anche Crema e Cremona. I rispettivi sindaci hanno scritto una lettera alla Regione perché si faccia portatrice dell’istanza al ministero della Salute. Il dpcm attualmente in vigore, infatti, permette l’esenzione delle limitazioni in specifiche parti del territorio regionale “in ragione dell’andamento del rischio epidemiologico”.
“Crediamo si possano comprendere le difficoltà e le sofferenze cui il protrarsi delle limitazioni, se non addirittura il loro inasprimento, sottopone i cittadini dei nostri territori”, scrivono Gori e Gafforelli, riferendosi all’impatto devastante che il Covid ha già avuto nella zona di Bergamo durante la prima ondata. “La situazione del nostro territorio, probabilmente proprio in ragione dell’estesa platea di cittadini entrati in contatto con la malattia nella scorsa primavera – intorno al 30% della popolazione secondo le diverse indagini sierologiche condotte nei mesi successivi -, oltre che in ragione di una diffusa consapevolezza, tra i cittadini bergamaschi, riguardo alla necessaria osservanza delle regole volte alla prevenzione dei contagi, appare in questa fase peculiare”. Gori e Gafforelli citano quindi il dato dell’incidenza per ribadire che “tali limitazioni sono necessarie e doverose ovunque gli indicatori di diffusione del contagio segnalino situazioni di pericolo. Dove viceversa le condizioni epidemiologiche siano oggettivamente migliori, riteniamo si giustifichi l’esenzione”.
Con due lettere identiche, una inviata al ministro della Salute Roberto Speranza e l’altra al presidente della Regione Attilio Fontana, il presidente della Provincia di Cremona Mirko Signoroni e i sindaci di Cremona, Crema e Casalmaggiore, Gianluca Galimberti, Stefania Bonaldi e Filippo Bongiovanni, chiedono deroghe alle limitazioni previste dalla zona rossa per il territorio che rappresentano. “Ci pare doveroso anche per andare incontro a tutte quelle attività economiche che stanno realmente toccando il fondo e che non chiedono aiuti e sussidi ma, con orgoglio e operosità, domandano solo di lavorare”. “Sappiamo che i dati epidemiologici lombardi nel loro insieme non sono incoraggianti – scrivono nel documento sottoscritto anche da tutti i primi cittadini dei Comuni del Distretto socio sanitario cremonese – ma non possiamo non sottolineare come il quadro sia al momento molto diversificato, con situazioni provinciali di grande sofferenza ed altre, come la provincia di Cremona, con indici di contagiosità al di sotto della media lombarda. Forse proprio perché eravamo stati fra i primi ed i più colpiti dell’ondata primaverile, ora il virus da noi colpisce meno e la situazione appare più sotto controllo“.
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