“Quel che accade lungo la cosiddetta “rotta balcanica” e in particolare in Bosnia, a pochi chilometri dalla Croazia, quel che avviene a Lipa e tra Tuzla, Bihac, Velika Kladusa, non può più essere ignorato”. Quindici europarlamentari italiani del Pd lanciano un appello a “istituzioni nazionali e comunitarie” per intervenire sulla crisi umanitaria dei migranti in Bosnia. Una situazione, già pessima, che si è aggravata dopo che il 23 dicembre scorso il campo profughi di Lipa ha preso fuoco, lasciando migliaia di persone senza un riparo con temperature spesso al di sotto dello zero. “Lo diciamo da diversi mesi dal Parlamento europeo, attraverso interventi e interrogazioni, lo ribadiamo oggi, lo faremo con ancora più insistenza nei prossimi giorni: basta chiudere gli occhi“, chiedono gli europarlamentari, “serve una strategia politica sull’immigrazione molto più coraggiosa rispetto a quanto accaduto in tutti questi anni (questione che il Parlamento ha già posto in passato). Una strategia che abbia al centro il tema del rispetto dei diritti umani e la condivisione della responsabilità comune dell’accoglienza. E questo deve riguardare diversi contesti dove la dignità della persona viene calpestata in nome di scelte sconfortanti operate in materia di immigrazione”.

Da anni ormai le Ong denunciano le pessime condizioni in cui sono costretti a vivere i migranti in Bosnia, a pochi chilometri dal confine con la Croazia. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha parlato del pericolo di una vera e propria “catastrofe umanitaria“. Secondo l’Oim, sono circa 8mila i migranti che si trovano in questo momento in Bosnia-Erzegovina: partiti dall’Afghanistan, dal Pakistan, dall’Iraq e dalla Siria, sperano di entrare in Europa a piedi. Ma spesso, dopo essere stati picchiati e derubati, vengono respinti dalla polizia croata e riportati al confine con la Bosnia, tentando anche per una decina di volte il loro viaggio verso il vecchio continente, che dai trafficanti viene chiamato “the game”. “Dalla Bosnia a Lesbo, dal Mediterraneo alla Libia: troppe volte pagine disumane sono state volutamente ignorate. In questo contesto si deve, lo ripetiamo, agire subito. In Bosnia e lungo la rotta balcanica, serve un intervento comune per affrontare ciò che sta accadendo e per impedire respingimenti (più o meno mascherati) alle frontiere, che non fanno altro che moltiplicare le sofferenze per bambini, donne, uomini rispetto a cui vanno immaginati veri e propri corridoi umanitari (come del resto deve accadere anche altrove). Ne va delle condizioni materiali delle persone, dei rischi che corrono ogni giorno e, forse ancora prima, dei principi stessi che devono segnare un nuovo protagonismo europeo. Girarsi dall’altra parte, far finta di non vedere, significa essere complici. La Commissione Europea e i singoli governi, in questo caso, non dimentichiamolo, anche il governo italiano, devono agire ora”. “Si è già perso troppo tempo”, concludono gli europarlamentari del Pd – gruppo Sed: Pietro Bartolo, Brando Benifei, Simona Bonafè, Andrea Cozzolino, Paolo De Castro, Giuseppe Ferrandino, Elisabetta Gualmini, Pierfrancesco Majorino, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Giuliano Pisapia, Franco Roberti, Massimiliano Smeriglio, Irene Tinagli e Patrizia Toia.

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