Caro ministro Speranza,
non usciamo da questa crisi se continuiamo a buttare i soldi dalla finestra e a non adottare procedure sensate che in altre nazioni hanno migliorato la qualità della vita dei cittadini e tagliato costi spaventosi.
I governanti del passato ci hanno detto e ripetuto che “non ci sono i soldi” ma questo non è vero. Una sanità migliore si può fare razionalizzando il sistema e combattendo lo spreco.
Eccoti alcune proposte che ho raccolto in questi anni, parlando con persone che lavorano nella sanità: infermieri, medici, ricercatori, amministratori, operatori della salute.

Iniziamo dalle piccole cose che si potrebbero fare domani e che farebbero risparmiare centinaia di milioni.

Farmaci sfusi: in Usa e in Germania le farmacie vendono le medicine nel numero previsto dalla ricetta medica; una legge in tal senso, promossa dalla ex ministro Giulia Grillo, giace da anni in Parlamento [leggi qui e qui].

Oltre al risparmio per le casse dello Stato vendere confezioni di medicine in quantità superiore alla ricetta medica è pericoloso: molti italiani consumano farmaci scaduti. Quindi questa misura oltre a far risparmiare eviterebbe malanni, sofferenze ed ulteriori costi per la Sanità e i cittadini.

È possibile tagliare il costo delle medicine. C’è lo insegna l’esperienza della Regione Piemonte, quando era amministrata da Antonio Saitta, luminoso quanto sottostimato dirigente del Pd. Questo grandissimo amministratore, ha fatto risparmiare alla regione più del 60% della spesa per farmaci cambiando il sistema di acquisto. Ottenendo le stesse medicine a prezzi ribassati. In alcuni casi in misura scioccante, il prezzo di una medicina è sceso da oltre 2 mila euro a 27,44.

Cosa ne dice Antonio Saitta.

Sui farmaci venduti nelle quantità prescritte e sul sistema di acquisto dei farmaci verte il piano di riforma della Sanità proposto da Giulia Grillo quando era ministro; in questa video intervista la Grillo racconta come intende migliorare la Sanità.

In Italia i farmaci da banco costano fino a 6 volte di più del prezzo che si paga in altri Stati europei. Parliamo di medicamenti di largo consumo come l’aspirina. Intervenire in questo settore ridurrebbe i costi sanitari delle famiglie.

Dall’esperienza del Centro Medico Sant’Agostino, che offre servizi diagnostici e sanitari viene la possibilità di razionalizzare il sistema: tagliare i costi di gestione e migliorare i servizi riorganizzando la divisione dei ruoli del personale sanitario; ad esempio le mansioni burocratiche che generalmente competono ai medici sono state affidate a personale paramedico. Anche concentrare in un unico appuntamento gli accertamenti diagnostici ha portato a diminuire il disagio e i costi per i pazienti e ad abbassare il costo dei servizi. Il rapporto con gli utenti è stato poi migliorato coinvolgendo i pazienti nel monitoraggio della qualità dei servizi. C’è ne parla Luca Foresti, amministratore delegato del Centro Medico Sant’Agostino, in una video intervista e in due articoli.

Un costo umano e economico spaventoso e una vergogna per la nostra Sanità è la presenza di macchinari obsoleti. L’ammodernamento di questi apparecchi salverebbe migliaia di vite e porterebbe a un risparmio per le casse dello Stato che ripagherebbe in pochi anni l’investimento. La grandissima ed eccellente Gabanelli (quella che è stata cacciata dalla Rai e non ancora reintegrata!!!) ha realizzato un’inchiesta documentatissima (e terribile) su questo tema.

Gli errori diagnostici sono inevitabili, nessuno è perfetto. Ma possiamo ridurre l’effetto di questi errori. In Germania, grazie a campagne di comunicazione rivolte ai medici e a leggi stringenti sui danni causati da prescrizioni sbagliate di farmaci, perché effettuate prima che il medico avesse il risultato di accertamenti clinici (analisi, tac, ecografie ecc) sono state determinanti per convincere l’80% dei medici a non prescrivere medicamenti prima di aver ottenuto il risultato degli accertamenti clinici e quindi essere in grado di eseguire una diagnosi con ragionevole certezza. In questi casi il medico prescrive medicamenti placebo che sono venduti nelle farmacie. Male non fanno e a volte fanno pure bene (potere della mente!).

La digitalizzazione ti salva la vita e fa risparmiare. L’Italia è in ritardo in questo settore come ha abbondantemente dimostrato l’esperienza del Covid-19. Poter accedere a cartelle mediche centralizzate, dove si trovano tutti i riscontri della storia clinica di un cittadino sarebbe una grande risorsa e permetterebbe di realizzare studi epidemiologici e individuare aree inquinate, in modo rapido e puntuale. Hanno inventato i computer: usiamoli!

Le medicine complementari.

Da decenni ormai la scienza ha dimostrato che esiste un rapporto stretto tra salute fisica, stato psicologico ed emotivo, attività fisica, educazione sanitaria, coscienza di sé (capacità di auto ascolto), armonia posturale, respirazione naturale. Molte ricerche hanno dimostrato che i gruppi di auto aiuto tra malati, la meditazione, la pratica dell’arte, del gioco, del comico, del rapporto con gli animali, hanno effetti positivi sulla salute e migliorano al contempo la qualità della vita.

E si è visto anche che coinvolgere persone con handicap fisici o mentali o con disturbi della personalità, in attività culturali, sportive o ludiche ha un grande effetto sul loro benessere e su quello delle loro famiglie e riduce drasticamente i ricoveri e gli internamenti, con una diminuzione dei costi per lo Stato maggiore del costo di dette attività sociali e culturali.

Ugualmente certe tecniche riabilitative come il movimento rallentato (Tai Ci) o il rilassamento progressivo, sono poco utilizzate nonostante la loro comprovata efficacia.

In alcuni casi questo ritardo è particolarmente assurdo: in Francia e Scandinavia si utilizza da tempo la ginnastica pelvica per guarire l’incontinenza post menopausa la cui incidenza è stata ridotta al 18%, contro il 50% circa italiano. Milioni di metri cubi di pannolini per adulti da smaltire e spese spaventose.

Ma ancora più inspiegabile è il fatto che alcune pratiche mediche, note da tempo, di provata efficacia e insegnate nei corsi di medicina, siano oggi usate raramente. Solo per dare l’idea del problema nessuno dubita dell’efficacia della ginnastica di rieducazione tubarica per affrontare problemi di ristagno del muco nell’orecchio interno; questa terapia comprende semplici esercizi, simili alla compensazione che praticano i subacquei, non ha costi e non espone a rischi; ciononostante si preferisce a questo tipo di terapia l’intervento chirurgico di rimozione delle adenoidi: più costi, più rischi, più disagio e sofferenze, con un risultato qualitativamente inferiore perché la rieducazione tubarica ha un effetto positivo prolungato e aumenta la consapevolezza di sé del paziente e la sua autostima.

Un altro discorso è la credibilità sempre maggiore in ambito scientifico di terapie non convenzionali come la medicina tradizionale Cinese, l’osteopatia, l’erboristeria e tante altre. Queste risorse nel nostro paese sono sottoutilizzate. È un errore. Certamente un cambiamento in questa direzione richiederà tempo ma sarebbe il caso di svilupparlo. Sperimentazioni come l’Ospedale pubblico di Pitigliano, che ha un settore di Medicina Integrata, dove sono disponibili per i cittadini le cosiddette “medicine alternative” hanno dato risultati interessanti che andrebbero valorizzati.

Un’altra voce dello spreco che grava sul bilancio della Sanità è quella dell’inefficienza energetica. Gran parte degli ospedali italiani è sprovvista di semplici termostati che permettano di abbassare i consumi di calore quando si è raggiunta la temperatura ideale. Intervenendo con maggiore isolamento termico, tripli vetri, pompe di calore, geotermia, pannelli solari termici e fotovoltaici ed altre soluzioni si aumenterebbe il confort per gli utenti diminuendo al contempo i costi. Questi investimenti si ripagano nel giorno di pochi anni e possono essere realizzati con il sistema delle Esco: il risparmio sarebbe tale che una parte andrebbe a coprire il costo delle migliorie e una parte potrebbe permettere di diminuire da subito le spese della Sanità.

Anche la gestione dei rifiuti ospedalieri ha un costo esorbitante che potrebbe essere ridotto: invece di conferire in discarica, i rifiuti speciali ospedalieri, con alti costi, si potrebbe dotare gli ospedali di sterilizzatori/frantumatori/essicatori meccanici che trasformerebbero gran parte dei rifiuti speciali in materiale organico riutilizzabile, azzerando i costi e ottenendo invece un piccolo utile in quanto biomassa utilizzabile per la produzione di biogas. Questi sterilizzatori sono da tempo utilizzati dagli ospedali in molte nazioni.

Le esperienze di molte nazioni ci insegnano che le campagne di informazione hanno effetti eccellenti sulla salute e riducono i costi della Sanità: fanno risparmiare molto più denaro di quanto costa gestirle.

Il costo di queste campagne potrebbe essere ridotto coinvolgendo gli studenti e sviluppando l’insegnamento di concetti basilari sulla salute nelle scuole. Inserire la salute nelle materie scolastiche avrebbe poi l’effetto di formare cittadini che avranno un miglior rapporto con il loro corpo e un accesso consapevole alle cure. Il che sarà certamente un grande vantaggio anche economico: l’ignoranza porta a adottare stili di vita non salutari, a consumare più medicine e fare accertamenti diagnostici inutili e a volte perfino dannosi.

L’uso eccessivo degli antibiotici danneggia la salute. Ma quando i pazienti chiedono l’antibiotico a sproposito, perché non hanno capito che è utile solo contro i batteri e non contro i virus, a volte i medici cedono e glielo prescrivono. Altro problema analogo è l’abitudine di troppe persone a non concludere la cura antibiotica: in questo modo selezionano batteri resistenti agli antibiotici.

L’antibiotico resistenza uccide 700 mila persone all’anno.

Una semplice campagna di informazione potrebbe insegnare a usare correttamente gli insetticidi. Bisognerebbe spiegare ai cittadini che la dizione “areare i locali prima di soggiornarvi nuovamente” non è stata stampata sulle confezioni perché non sapevano come occupare lo spazio. Troppe famiglie tengono accesi i vaporizzatori elettrici di insetticidi nelle camere, magari anche nelle camere dei neonati. Diciamogli di smetterla! Gli insetticidi sono velenosi!

Anche l’obesità meriterebbe si sviluppasse una maggiore informazione. I poveri sono grassi, dovrebbero mangiare meno.

Infine sarebbe il caso di informare le persone sul fatto che la nostra prima linea di difesa contro i batteri e i virus patogeni sono i batteri simbiotici con noi. Un uso eccessivo dei detersivi e dei battericidi domestici è oggi causa di moltissime patologie specie nei bambini piccoli.

Lo sporco fa bene! I batteri fanno bene!
La questione è di tale importanza che in alcuni reparti ospedalieri si sta sperimentando la diminuzione delle misure volte a sterilizzare gli ambienti. E sarebbe anche importante, per far capire l’importanza dei batteri per la nostra salute, che i cittadini sapessero che il trapianto dei batteri è stato sperimentato anche in Italia a partire dal 2011, per combattere infezioni causate da microorganismi resistenti agli antibiotici.

Una visione positiva dei batteri aiuterebbe poi le persone a rendersi conto che siamo esseri simbiotici. Il che è certamente una conoscenza che può rafforzare l’autostima: scoprire che migliaia di miliardi di batteri che vivono dentro di noi e intorno a noi, ci considerano alla stregua di una divinità rafforza l’autostima. Ed è provato che l’autostima migliora lo stato psicologico e quindi quello fisiologico. Inoltre questa constatazione potrebbe indurre a mitigare atteggiamenti razzisti e xenofobi. Dalla natura possiamo trarre insegnamenti che valorizzano la biodiversità culturale.

Qui il mio video: “I batteri ti amano!”, video flashmob contro i disinfettanti domestici

Se vuoi aderire a questa proposta sostieni la pagina FB “Basta con lo spreco nella Sanità”. Se hai una proposta per tagliare altri sprechi postala o posta il link a un tuo articolo, nello spazio dei commenti al primo post in alto. Ripubblicherò il tuo intervento.

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