Giovedi 17 dicembre il primo canale tv tedesco Ard ha mandato in onda il film Tv Harter Brocken, una commedia krimi – poliziesca – in cui i cattivi sono tre mafiosi calabresi. Il sottoscritto ha impersonato uno dei tre sgherri, l’uomo di mano, ovvero il braccio armato del trio.

Per l’occasione l’Associazione Mafia Nein Danke mi ha contattato per un’intervista. MafiaNeinDanke è una Ong italotedesca che si batte da tempo per far conoscere ai cittadini tedeschi la vera natura della mafia italiana e sensibilizzare la società tedesca sui pericoli derivanti dalla sottovalutazione dell’infiltrazione mafiosa nel mercato e nella società tedesca.

Ho raccontato loro la mia esperienza. Le riprese sono state una avventura molto piacevole, divertente, insieme a una gran bella squadra. Lavorare in Germania è sempre molto bello. Il grande pubblico tedesco adora l’italiano e il cliché del mafioso vecchio stile che riesce a veicolare simpatia e tensione narrativa al tempo stesso.

Harter Brocken 5 è l’esempio perfetto del prodotto tv che piace al pubblico tedesco: parla della mafia calabrese in Germania con un occhio accondiscendente e divertito. Ovviamente dopo averci fatto paura e averci fatto sorridere, i cattivi mafiosi muoiono, sconfitti dallo scapestrato poliziotto e dagli onesti abitanti del villaggio.

Mi preme qui riassumere con le mie parole l’intervista realizzata dal Direttore della Ong Sandro Mattioli, perché sono convinto che dobbiamo tenere presente ancora una volta che la mafia non è quella che è andata in onda. Che é molto più pericolosa, meno aggressiva e più nascosta nel mercato e nell’economia tedesca. In Germania esiste la tendenza a vedere i clan delle mafie italiane come qualcosa di folkloristico, divertente. È decisamente una prospettiva sbagliata.

Trascorro molto tempo in Germania da diversi anni, ho molti amici e conoscenti di nazionalità tedesca che sono letteralmente affascinati dal mondo mafioso attraverso e a causa di grandi film e serie come Il Padrino, I Sopranos e tanti altri. In Germania la narrazione cinematografica-televisiva sul tema ha veramente plasmato una visione comune distorta.

È un aspetto molto conosciuto anche in Italia, ma in Germania manca completamente la cronaca di tutti i giorni, mancano i libri-inchiesta, gli approfondimenti in tv, le cronache quotidiane delle inchieste dei processi e delle condanne. Mancano i grandi pentiti e i maxi processi. Tutta la coscienza storica collettiva sulla mafia degli anni ’70, ’80, ’90 non esiste. Quindi il tedesco medio conosce la mafia solo attraverso la televisione o il grande schermo.

Dovremmo riuscire a far capire che la mafia di oggi – soprattutto in Germania – non è più la mafia che usa le pistole, gambizza e ammazza il nemico, ma è la mafia che s’infila nei mercati finanziari, nelle borse, nei cantieri dell’edilizia, nel mercato immobiliare, nella ristorazione; ma è estremamente difficile far passare questo tipo di ragionamento.

In Germania questa rappresentazione oggettiva della mafia non è vendibile, non è commerciale: è molto più economicamente interessante cavalcare questa moda che combatterla. Questa distorsione non si limita solo al campo televisivo-cinematografico, ma dilaga nei piccoli esercizi commerciali.

Ne sono un triste esempio i corsi di italiano organizzati dall’associazione SprachMafia, la catena di agenzie immobiliari chiamate “CasaNostra”, ristoranti che utilizzano nomi, simboli e immagini storiche della Mafia e persino dell’Antimafia italiana. È arrivato forse il momento di introdurre un nuovo reato: l’apologia mafiosa.

Per l’intervista completa clicca qui

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