Prima che il vaccino abbia effetto, “ci vorranno dai due ai tre mesi” e quello che rimane da fare ora è un altro lockdown, ormai “inevitabile”. Il ministro israeliano della Salute, Yuli Edelstein, ha annunciato che è già arrivata la terza ondata della pandemia: ora, visto che le misure messe in campo finora non hanno dato i risultati sperati, “non c’è scampo” da un altro confinamento. “Siamo in una situazione critica – ha aggiunto – Abbiamo sprecato tempo prezioso e il livello delle infezioni è tale che non abbiamo altra scelta che andare in lockdown“. “Abbiamo raggiunto un tasso di positività di oltre il 5 per cento e il tasso di riproduzione si attesta all’1,3. Va detto, siamo entrati nella terza ondata”, ha concluso.

Nel Paese la campagna vaccinale è iniziata il 19 dicembre, col premier Netanyahu che, a favor di telecamera, si è fatto inoculare il farmaco. Da domani sarà vietato l’ingresso ai cittadini stranieri e tutti gli israeliani che rientreranno dovranno fare la quarantena obbligatoria negli alberghi del Covid. In sostanza cade ogni distinzione tra paesi ‘verdì e ‘paesi rossi’: tutti vengono equiparati allo stesso modo con il divieto di entrata. ” Abbiamo bisogno di ridurre la massa virale che arriva nel paese quanto più è possibile” ha detto il premier Benyamin Netanyahu prima della riunione della task force di governo aggiungendo che Israele “sta attualmente esaminando cosa sia esattamente il virus, se è resistente al vaccino e altre questioni”. “Per farlo – ha concluso – voglio replicare ciò che abbiamo fatto nella prima ondata del covid: chiudere i cieli il più rapidamente possibile”.

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