Ho letto l’appello del presidente della Lav per sospendere la sperimentazione animale nel nostro Paese. Sono uno dei convinti firmatari dell’emendamento che permetterebbe di continuare la ricerca con animali.

Premessa numero 1: ho studiato chimica e non biologia perché non volevo avere nulla a che fare con i test su qualsiasi essere vivente. Nella mia carriera non ho mai eseguito alcun esperimento che includesse animali, vivi o morti, e non intendo farlo nel futuro. Ho il massimo rispetto per qualsiasi forma di vita. Abitando in campagna, quando trovo i lombrichi che hanno perso l’orientamento e sono sulla strada, li prendo con cautela a mani nude e li rimetto nella terra.

Premessa numero 2: da qualche parte dovei ancora avere la mia tessera della Lav. Mi iscrissi negli anni Ottanta, quando avevo circa dieci anni.

La sperimentazione causa purtroppo sofferenze agli animali e per scelta personale non mi sento di farla; è bene però chiarire che a oggi non è possibile evitarla. Visto che la sperimentazione animale è molto costosa, chiunque preferirebbe di gran lunga i metodi alternativi se questo fosse possibile. La sperimentazione animale, anche se ha dei limiti, è comunque il miglior modello disponibile al momento.

Se fosse possibile rinunciarvi questo significherebbe mettere a maggior rischio la vita di tante persone, perché i farmaci arriverebbero dopo e con minor profilo di sicurezza. Di fatto, però, qualsiasi ente regolatorio senza la sperimentazione animale non darebbe mai il via libera a nessun farmaco.

I primi a evitare la sperimentazione animale sarebbero proprio i ricercatori se potessero: non hanno certo piacere nel vedere soffrire gli animali. Si prendono la responsabilità di fare qualcosa di impopolare e di esporsi anche a pesanti minacce (ovviamente non tutti gli animalisti minacciano i ricercatori, ci mancherebbe) per il bene di tutti noi. Ci sono ricercatori che i topi se li sognano la notte per anni e che hanno avuto bisogno di supporto psicologico per quello che hanno dovuto fare.

Se non si interviene quanto prima su quanto disposto dal decreto legislativo 26 del 4 marzo 2014 abbiamo due conseguenze:

1. Esponiamo il nostro paese a una procedura già avviata d’infrazione, perché non si può sospendere la sperimentazione animale in un unico paese della comunità europea. Questo potrebbe costare ai contribuenti italiani centinaia di migliaia di euro al giorno;

2. Dal 1° gennaio 2021 i ricercatori italiani di fatto non potranno più fare sperimentazione animale, non potranno più ottenere dei progetti di ricerca europei, dovranno sospendere le proprie ricerche e andranno ad alimentare il flusso di chi è costretto a emigrare all’estero.

Gli umani uccidono il 99,9% dei topi in modo crudele tramite le derattizzazioni, con quelle trappole nere a forma di tubo che si vedono sulle strade, e contro le quali non mi risulta le associazioni animaliste abbiano mai lanciato appelli. Ha davvero senso preoccuparci proprio per quello 0,1% di topi sacrificati magari per salvare i bambini dal cancro?

Mi si dirà anche: ma in fondo il decreto legislativo 26/2014 se entrasse in vigore avrebbe effetto “solo” sulla sperimentazione degli xenotrapianti e delle sostanze d’abuso. Rinunciare agli xenotrapianti significherebbe rinunciare per esempio a tutta la sperimentazione delle valvole cardiache. Ma ancora più grave sarebbe rinunciare alla sperimentazione sulle sostanze d’abuso, dove c’è una pesante mistificazione in atto da parte di chi si oppone.

Le sostanze d’abuso non sono solo alcol, droghe e fumo, ma qualsiasi sostanza possa arrivare al cervello. E senza alcuna sperimentazione sugli animali, non si può sapere se un chemioterapico, un anestetico o altro possa avere il potenziale di sostanza d’abuso. Quindi, questa norma di fatto bloccherebbe la sperimentazione su qualsiasi sostanza, oltre a far scappare i nostri ricercatori all’estero ed esporre il nostro Paese a multe multimilionarie.

Riguardo alla lettera del presidente della Lav, devo notare che una molto simile è stata pubblicata su La Stampa, e decine di ricercatori e associazioni hanno scritto spiegando gli errori ivi contenuti, a partire da cosa sono davvero le sostanze di abuso (cioè praticamente tutte).

Per quanto si sia accelerata la sperimentazione, tutti i vaccini contro il coronavirus hanno avuto una fase di sviluppo che ha riguardato gli animali. Ad esempio, quello di Oxford/AstraZeneca ha richiesto i test su diverse centinaia di topi e qualche decina di primati. Senza la sperimentazione animale oggi non avremmo alcun vaccino.

Ringrazio chi si prende la responsabilità di fare la sperimentazione animale (non “vivisezione”, pratica proibita per legge da circa 30 anni), perché so che nessuno lo fa a cuor leggero. Da rappresentante dei cittadini, so che queste persone vanno difese. Chi ha una responsabilità politica non può anteporre le proprie convinzioni personali e la propria etica al bene del Paese. Per questo ho ritenuto doveroso sottoscrivere quell’emendamento.

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