Game changer è quel termine al confine tra sport e marketing che viene cucito addosso ad un prodotto capace di scuotere in positivo il mercato, costringere la concorrenza a ragionare sui prezzi e sul corrispettivo da offrire al pubblico in termini di valore e qualità. Il gioco cambia quando qualcuno fa nettamente di più.

Nuova Sandero diventa sfidante per i mercati come quello italiano, dove l’automobile per tutti è una esigenza di mobilità sociale, e il preteso rinnovo del parco circolante si scontra con il basso numero di vetture tecnicamente moderne che abbiano una soglia di prezzo realmente accessibile.

Per riuscirci, il gruppo Renault ha rivoluzionato la personalità del marchio Dacia. La filosofia minimalista dell’auto low-cost della Logan targata 2004 ha lasciato il posto alla concretezza. Oggi Sandero gioca sul valore, sul patrimonio di oltre 2,1 milioni di unità che ne hanno fatto l’auto più venduta in Europa ai clienti privati dal 2017, ma soprattutto sulla svolta tecnica che la vede nascere addirittura sulla piattaforma modulare Cmf, ovvero il telaio più raffinato e aggiornato del gruppo francese, dove nasce anche la nuova Clio.

Una questione di ambizioni e qualità, tanto da costruirci una gamma. Sandero Streetway è la due volumi classica, ma si aggiunge anche la Stepway, con un look da crossover urbano che fa crescere l’altezza da 149 a 153 cm, mentre i 408 cm di lunghezza e soprattutto i 184 in larghezza raccontano un design furbo, a metà strada tra gli ingombri di una segmento B e di una C, dunque tra citycar e medie compatte.

Linee fluide, parabrezza più inclinato, profilo del tetto spiovente e fiancate muscolose, con i gruppi ottici anteriori e posteriori a Led che inaugurano la nuova firma luminosa a Y di Dacia. Bella da vedere, salvo sorprendere con la concretezza degli interni, cioè con una grande quantità di spazio a disposizione dei passeggeri, assemblaggi curati e materiali di vera qualità, oltre alla sorpresa a suo modo storica di un sistema multimediale con schermo fino ad 8 pollici che davvero manda in pensione le associazioni mentali tra Dacia e low-cost.

Sandero fa scelte da mondo reale, con l’abbandono del gasolio e l’arrivo di una gamma di motorizzazioni a tre cilindri benzina giocate tutte sulla riduzione dei costi a chilometro percorso, a partire dal SCe 65 disponibile solo sulla Streetway con cambio manuale a 5 rapporti, salendo alla varianti turbo TCe 90 con trasmissione a 6 rapporti o automatico CVT, fino alla Tce 100 ECO-G 100 con alimentazione anche a GPL.

Logan allora esibiva l’essenziale come un fatto di distinzione, oggi Sandero arriva sul mercato con prezzi a partire da 8.950 euro per la versione Streetway, 12.600 euro per la Stepway, e per entrambe si tratta del controvalore giusto ad una tenuta di strada molto valida, ad una precisione di guida da vettura di buon categoria tanto alle andature cittadine che in quelle autostradali, di un pacchetto complessivo di comfort e qualità costruttiva che mette insomma le utilitarie classiche davanti ad un gioco che cambia. Anche spendendo il giusto, si può avere un’auto vera.

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