Dalla sera di lunedì 14 dicembre prossimo e fino alla mattina di giovedì 17, infatti, gli impianti di distribuzione carburanti, sia in rete ordinaria sia sulle autostradale, saranno chiusi per sciopero. Ad annunciarlo sono state in un comunicato congiunto le diverse organizzazioni di categoria: Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio. “La decisione – è scritto nella nota – si è resa necessaria in conseguenza della inspiegabile indisponibilità del Governo ad inserire le piccole e piccolissime imprese di gestione a cui sono affidati gli impianti, nel novero delle categorie che beneficiano dei provvedimenti di sostegno inseriti nei diversi Decreti Ristori“, l’ultimo dei quali è approdato in Parlamento pochi giorni fa dopo il via libera del Governo seguito all’approvazione del nuovo scostamento di bilancio da otto miliardi.

“La distribuzione carburanti – mettono in evidenza gli operatori del settore annunciando la decisione di chiudere gli impianti – è classificata come servizio pubblico essenziale, dovendo garantire, pur nelle attuali come già nelle passate circostanze emergenziali, la continuità e regolarità dell’attività, nell’interesse della collettività, per consentire lo spostamento delle persone ed il trasporto di ogni genere di merci”. “Ne consegue – spiegano Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio – che i gestori, oltre a subire contrazioni drammatiche del proprio fatturato per effetto delle restrizioni alla mobilità e del coprifuoco notturno, non hanno alcuna possibilità di contenere i notevoli costi fissi necessari a mantenere l’attività di distribuzione a disposizione del pubblico”. Una condizione, lamentano, “che, già in questi giorni, sta causando sul territorio chiusure incontrollate e forzate, a causa della mancanza di liquidità e della impossibilità di acquistare forniture di prodotti”.

Secondo le associazioni di categoria queste circostanze, questi “fatti, preludono all’ormai prossimo progressivo fallimento delle piccole imprese di gestione, con riflessi drammatici sui livelli occupazionali del settore che dà lavoro – ricordano – a quasi 100.000 persone”. La decisione dei benzinai di attuare una serrata sulle strade della Penisola fa insorgere i consumatori. “È uno sciopero illegittimo”, tuona l’Unione nazionale consumatori, sollecitando l’intervento sia del Garante degli scioperi che del Governo, che deve “subito convocare” le parti. “Anche se le ragioni dei benzinai sono condivisibili, assurdo escluderli dai decreti Ristori, è chiaro che, chiudendo gli impianti, i benzinai passano dalla parte del torto”, sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unc. Per il Codacons lo sciopero è “illegale” e causerà “disagi immensi” ai cittadini. “Ancora una volta non possiamo assistere agli utenti che vengono presi in ostaggio da sindacati e organizzazioni di categoria”, denuncia il presidente Carlo Rienzi. Per cui l’associazione presenterà “un immediato esposto” al Garante e chiede anche che i lavoratori vengano precettati.

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