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Ultimo aggiornamento: 11:37 del 1 Novembre 2020

Coronavirus, in Veneto la nuova ordinanza di Zaia: “I tamponi saranno fatti dal medico di base. Non esiste obiezione di coscienza”

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Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, durante la conferenza stampa di sabato 31 ottobre, dopo aver aggiornato sui dati dell’emergenza coronavirus, ha presentato le novità della nuova ordinanza regionale.

L’Ordinanza 148 firmata dal presidente della Regione Veneto, impone a tutti i 3150 medici di base di effettuare i test rapidi ai propri assistiti. Zaia, in conferenza stampa ha ricordato che Il Presidente Zaia ha spiegato che la scelta è stata presa “Per evitare che l’attività di indagine epidemiologica con il tracciamento dei contatti e l’accertamento diagnostico per l’identificazione rapida dei focolai, l’isolamento dei casi e l’applicazione delle misure di quarantena gravino esclusivamente sui Dipartimenti di Sanità Pubblica”.

Il Presidente Zaia ha dichiarato inoltre che: “Chi si esime verrà sanzionato”, specificando che la regione fornirà “a tutti i tamponi rapidi, i dispositivi d protezione per poter intervenire sui loro assistiti che hanno sintomi o la necessità di fare un tampone”. In sostanza, secondo quanto specificato da Zaia: “Il medico di base diventa ufficiale di sanità pubblica, per cui potrà decidere la misura della quarantena (che varrà anche per l’Inps) e di fare tracciamento delle persone che sono state a contatto con il suo assistito. Se queste sono già in carico ad altri medici, dovrà informare i colleghi. I test, si tratta di tamponi rapidi, potranno essere fatti a domicilio degli assistiti, o in ambulatorio; se questo risulta poco praticabile, il medico potrà servirsi di spazi concessi dal Comune o dal distretto sanitario. Sarà la Regione Veneto a fornire i tamponi: per ora è stato calcolato un numero di 180-200mila la settimana. La misura non riguarderà i casi di nelle scuole, negli ospedali e nelle case di riposo”

“Non è un atto muscolare: abbiamo dovuto fare una mediazione per arrivare all’accordo e qui non esiste l’obiettore di coscienza – ha scritto lo stesso Zaia su facebook presentando l’ordinanza -. I medici, di cui riconosciamo il sacrificio, sono remunerati. E’ una rivoluzione: se tutti collaboriamo, complichiamo di meno la vita dei cittadini. Lo stesso accordo sarà al centro dell’incontro con i 500 pediatri della regione”.

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