Ormai siamo a un passo dal realizzare gli Stati generali del M5S ed è ora di concentrarci sulle modalità di esecuzione di questo importante appuntamento per garantire al Paese un Movimento ancora più credibile e coerente nella sua lotta alla corruzione, nel suo impegno per l’equità sociale e per garantire nuove libertà alle generazioni di bambini e ragazzi di oggi che devono poter vivere in un mondo più sano, in cui le loro libertà siano valorizzate e non cancellate, mortificate o peggio annientate.

Ormai mi sembra che rappresentanti del governo, europei, regionali, comunali e attivisti si siano espressi quasi all’unanimità per assemblee fisiche in ogni regione. Ciò che bisogna evitare come la morte sono le sedute di psicoanalisi, gli sfogatoi e il tutti contro tutti. E ancor di più bisogna evitare le sintesi bislacche.

Abbiamo già avuto esperienze di riunioni regionali di questo tipo, che hanno condotto alla creazione del Team del Futuro che nessuno aveva chiesto e che oggi è una struttura che presenta numerosi limiti e diverse distorsioni. Ho molta stima dei colleghi del Team del Futuro e ho visto un importante impegno da parte di tutti, ma è la struttura a non funzionare, che ricordo non essere riconosciuta dallo statuto del M5S e che doveva decadere con il capo politico.

Per evitare questo risultato esiste un solo modo. Procedere con trasparenza e linearità. Alle assemblee regionali facciamo illustrare i documenti e le mozioni che hanno raccolto un numero congruo di portavoce e iscritti. Apriamo il confronto, troviamo punti in comune nelle mozioni ed evitiamo documenti ‘calderone’, privi di una visione politica complessiva e coerenza. Così come sono da evitare votazioni plebiscitarie e spezzettate sulla “piattaforma Rousseau” .

È la proposta per gli Stati Generali di “Parole Guerriere”. Ho firmato questa proposta perché ho deciso di dare priorità alla creazione di un’organizzazione strutturata e ramificata del M5S, con sedi fisiche, responsabili comunali, provinciali e regionali, dando risorse e tutele ai portavoce comunali e agli attivisti sui territori per rafforzare la nostra capacità di vincere le sfide locali e farlo partendo dal taglio dei nostri stipendi.

Solo così nei prossimi 3 anni possiamo puntare a governare 100 comuni, iniziando dai comuni che vogliamo vincere ai ballottaggi in corso a Matera, Andria o nei comuni campani. Ho voglia di rivedere di nuovo una comunità che agisce con unità di intenti e noi parlamentari, europarlamentari, regionali, comunali, attivisti e iscritti dobbiamo parlare anche agli 11 milioni di cittadini che ci hanno votato nel 2018 per chiedere un loro impegno diretto in una politica pulita come la nostra.

Io ci voglio mettere l’anima in questo percorso. Voglio un movimento più collegiale, trasparente e con ruoli e responsabilità ben definite per tutti gli attori che possano contribuire al suo rilancio. Voglio costituire un Pensatoio, un Think Tank di professionisti, studiosi ed esperti che decidano di supportare le battaglie ecologiche, di equità sociale, di giustizia, di trasparenza e libertà. Proprio per sostenere le grandi cose che abbiamo già fatto, aiutarci a raggiungere tutti i cittadini e continuare a sostenere i grandi cambiamenti per il Paese che abbiamo in mente.

Solo dopo l’organizzazione e la struttura possiamo parlare di nuova governance del M5S: prima di parlare di “facce” e di persone, bisogna partire dalla base. Prima eravamo in pochi, ora tutti si sono convinti che l’organismo collegiale sia il vero strumento utile a una forza politica come il M5S. E prima di parlare di alleanze strutturali con i partiti sono gli altri partiti che devono dare delle risposte e che devono dimostrare di essere capaci di ripulire la loro classe politica locale e rinnovarsi.

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