Solitamente viene definito bloatware, ossia, letteralmente, software che gonfia, che occupa cioè inutilmente spazio: parliamo di tutte quelle app e quei programmi preinstallati che troviamo sia sugli smartphone che su computer e portatili, di cui solitamente come consumatori non ci importa nulla, perché non ci servono o semplicemente vogliamo usare altro, ma che solitamente è impossibile rimuovere. Una situazione che però presto, stando a quanto riporta il Financial Times, potrebbe cambiare, visto che l‘Unione europea starebbe preparando una bozza di legge che imporrebbe alle aziende di consentire la rimozione delle app preinstallate su smartphone e computer.

Quello del bloatware del resto è un problema molto sentito, soprattutto su smartphone, dove lo spazio è più limitato, anche se non più come alcuni anni fa, quando il quantitativo minimo di memoria a bordo era a volte anche inferiore ai 32 GB, soprattutto nella fascia più economica del mercato.

Al di là dei discorsi sul mero spazio disponibile, si tratta comunque di una questione di libertà di scelta. Spesso infatti i produttori, per accordi commerciali interni, impongono all’utente la presenza di determinate app, che non possono essere poi rimosse, anche qualora non risultino utili.

Nel tentativo di liberalizzare maggiormente il mercato l’UE potrebbe quindi effettivamente vietare alle aziende di preinstallare le proprie app e costringere altri a preinstallare “esclusivamente” quel software. Al momento non è ancora chiaro a quali app si faccia riferimento, anche se sembra evidente che l’eventuale provvedimento sarà rivolto principalmente ai colossi che stipulano accordi coi produttori per includere le loro app su smartphone e PC, come ad esempio Facebook e Google.

Del resto, proprio recentemente l’UE ha multato Google per aver presumibilmente spinto i produttori di smartphone a preinstallare le proprie app sulle soluzioni Android, accuse smentite ovviamente da Google ma tornate d’attualità dopo che Epic Games – azienda sviluppatrice del popolare gioco Fortnite – l’ha accusata di bloccare le offerte di LG e OnePlus che avrebbero offerto Fortnite e altri software al di fuori del Play Store.

Secondo il Financial Times la proposta di legge dovrebbe essere pronta entro la fine del 2020, anche se è probabile che possa incontrare resistenza proprio da parte delle tech company coinvolte. Tuttavia, se dovesse passare, rappresenterebbe una buona notizia non solo per gli utenti che desiderano un maggiore controllo sui propri dispositivi, ma anche per gli sviluppatori di app alternative, solitamente meno diffuse anche per questo motivo.

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