È il Paese più contestato in Occidente per la sua gestione della pandemia. La Svezia – con oltre 93mila contagi e più di 5800 morti – non ha imposto infatti nessun lockdown rigido in nome della responsabilità individuale e dell’immunità di gregge (al momento ben lontana dall’essere raggiunta) e ha registrato il record di morti tra i vicini scandinavi, in particolare nelle strutture per anziani. Dal primo ottobre il veto di visita alle case di riposo potrebbe cadere, ma secondo il direttore generale dell’Agenzia svedese per la sanità pubblica (FHM) le Regioni “non hanno avuto le risorse di base per far fronte al controllo dell’infezione”. Il numero delle vittime, in rapporto alla popolazione, è pari a quella dell’Italia, ma dopo il picco di contagi – in particolare tra i giovani -, registrato ai primi di agosto, la diffusione del coronavirus è in diminuzione, anche se non viene precisato a fronte di quanti tamponi effettuati. Secondo il Telegraph, Stoccolma ne sta eseguendo meno (1,2 ogni mille persone) di quanto stiano invece facendo Copenhagen (5,9) e Oslo (2,2).
La Svezia ha rifiutato il lockdown da subito, si è affidata alla responsabilità dei cittadini e limitata a “raccomandazioni”. Permangono le responsabilità degli esercenti di far rispettare le distanze, di fornire i (costosi) disinfettanti all’entrata dei locali (ma spessissimo non ci sono). Tutti sono invitati a mantenere la distanza minima di sicurezza di un metro e non si può superare il numero di 50 persone nei raggruppamenti. Visibilmente aumentate le persone che usano la mascherina, anche all’aperto, benché da sempre il contestato epidemiologo di Stato Anders Tegnell abbia sostenuto di “non capirne l’efficacia”. Lui, la mente dietro la strategia di contenimento del coronavirus in Svezia, da mesi esce sotto scorta. E a minare la già precaria stabilità del governo di minoranza, oggi molto più che il Covid è il sentimento di insicurezza dei cittadini a fronte dell’ennesima impennata di criminalità, contro la quale il governo continua ad apparire incapace quando non inerme.
(di Michela Danieli)
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