Negazionista del cambiamento climatico e recentemente anche dei principi base della scienza non stupisce che a Donald Trump non stia a cuore l’ambiente e la sua salvaguardia. Il Dipartimento degli Interni Usa, infatti, ha dato il via libera alle trivellazioni per petrolio e gas all’interno dell’area protetta Arctic National Wildlife Refuge dell’Alaska, casa di orsi polari, caribù e altri animali selvatici. Il segretario degli interni David Bernhardt ha firmato il verbale che determina dove si svolgeranno le trivellazioni.

L’amministrazione sostiene che la decisione porterà a nuovi posti di lavoro (in un momento in cui il pil è in picchiata e la disoccupazione galoppa), ma gli ambientalisti e gli oppositori per anni hanno avvertito di un effetto devastante dall’apertura dell’area alla perforazione. Il Congresso ha approvato il programma nel 2017 e l’Ufficio per la gestione del territorio dell’Interno nel dicembre 2018 ha concluso che la perforazione poteva essere condotta all’interno della pianura costiera senza danneggiare la fauna selvatica. Ma le trivellazioni potrebbero compromettere seriamente il suo delitto ecosistema.

L’Arctic National Wildlife Refuge è il più grande dei 16 National Wildlife Refuge dell’Alaska ed è un’area rimasta inviolata per oltre 30 anni. La decisione dell’inquilino della Casa Bianca ha trovato il plauso dei rappresentanti repubblicani locali, tra cui la senatrice Lisa Murkowski e il governatore Mike Dunleavy, secondo cui le trivellazioni contribuiranno allo sviluppo economico dell’Alaska. Secondo alcuni studi, all’interno dell’area naturale ci sarebbe un giacimento di petrolio molto promettente.

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