di Leandro Janni *

Una foto, un’immagine satellitare. Un brano di territorio. Siamo in riva al mare, a Trappeto, lungo la costa nord-occidentale della Sicilia. Esempio più che eclatante di abuso edilizio. Uno dei tanti abusi che offendono l’isola.

La Sicilia conta cinque milioni di abitanti e più di sei milioni di metri quadrati di abusi edilizi. Un’isola, dunque, coperta da un manto grigio di costruzioni illegali, malsane, precarie. Inoltre, si continua a temporeggiare nel completare le demolizioni già firmate dalle Procure. Sono 6500, infatti, i decreti esecutivi per dare il via libera alle ruspe e abbattere gli immobili che si trovano lungo la costa: da Marsala a Triscina, da Gela a Licata, ma anche nel Palermitano, a Messina, nel Ragusano. E nel Catanese.

In tale peculiare contesto, si inserisce il nuovo disegno di legge sull’edilizia (già approvato in commissione Ambiente all’Ars) che, attraverso l’art. 18, rispolvera l’ultima sanatoria del 2003 dell’allora governo Berlusconi, estendendola agli immobili realizzati in aree sottoposte a vincolo (vincoli paesaggistici, archeologici, idrogeologici, ecc.). Insomma, la risposta dell’attuale potere politico agli abusivi è chiara. Ma non è tutto: a quanto pare, il ddl sarà integrato da una miriade di emendamenti, tra i quali anche la proposta finalizzata a sanare alcuni immobili entro i 150 metri dalla costa, che, secondo la legge 78/76, se realizzati dopo il 1976, vanno demoliti. Con tali emendamenti, però, si potrebbe concretizzare anche l’allargamento della platea degli abusivi e farvi rientrare tutti quelli che hanno realizzato gli immobili entro il 1983. Ma non solo: si potrebbero aggiungere anche quelli che hanno presentato domanda di sanatoria nel 2003: sono circa 207mila siciliani e 360mila pratiche di sanatoria che attendono di essere esaminate nonostante siano passati 17 anni dal provvedimento del governo Berlusconi.

Non è tutto: ci sono anche 26mila abitanti dell’isola che, tra il 2009 e il 2017, hanno realizzato il loro immobile abusivo e attendono questa ulteriore sanatoria da Palazzo dei Normanni. Ma c’è anche chi chiede di poter costruire in aree con vincolo scaduto, dove, attualmente, in base alla norma regionale, si può soltanto ristrutturare l’esistente con cambio di destinazione d’uso se omogeneo all’area circostante. Ovvero: nelle aree verdi con vincoli scaduti potrebbero nascere nuove costruzioni, nuovi palazzi.

Che dire? Italia Nostra, nel ribadire la netta contrarietà, oltre al proprio sconcerto, verso questi nuovi tentativi di sanatoria edilizia, che inesorabilmente vanno incontro all’ennesima bocciatura da parte della Corte Costituzionale, si rivolge ai 70 deputati dell’Assemblea Regionale Sicilia, affermando che l’alta istituzione che essi rappresentano non può essere offesa dall’approvazione di norme anticostituzionali che incoraggiano l’illegalità e che continuerebbero a devastare il paesaggio e il territorio dell’isola.

* Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

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