Gli ultimi giorni di luglio, i primi di agosto. Quella che comincia oggi è la settimane delle ferie. Per una volta, però, non per deputati e senatori. I prossimi giorni per il Parlamento si annunciano infatti roventi: e non solo per le temperature estive. Camera e Senato sono chiamate a dare l’ok alla risoluzione sul programma nazionale di riforme e a un nuovo scostamento di bilancio. Il governo da parte sua dovrà chiarire cosa intenda fare sulla proroga dello stato di emergenza. Senza considerare che a Palazzo Madama c’è in programma un’altra votazione delicata: quella sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per la vicenda ‘Open arms‘.

Sempre in questa settimana, poi, è previsto un Consiglio dei ministri. Per il varo del decreto legge Agosto, quello con ulteriori misure per venire incontro a chi ha subito danni e disagi economici dalla pandemia, bisognerà invece attendere la prossima: quando agosto sarà già cominciato. Intanto le commissioni di Camera e Senato saranno chiamate a rinnovare tutti i propri uffici di presidenza: su quelle attualmente detenute dalla Lega, specie quelle di maggior peso come la Bilancio e la Attività produttive a Montecitorio, si scateneranno gli appetiti dei partiti di maggioranza, chiamati alla soluzione di un sudoku che potrebbe riservare delle sorprese. Ecco le tappe principali della settimana.

LO STATO DI EMERGENZA – Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte andrà in Aula al Senato martedì pomeriggio a rendere comunicazioni sulle ulteriori iniziative in relazione all’emergenza coronavirus: l’Assemblea di Palazzo Madama, e la mattina seguente quella di Montecitorio, voteranno risoluzioni concentrate, in particolare, sulla data in cui finirà lo stato di emergenza. Il governo lo vuole fino al 31 ottobre, ma l’opposizione annuncia le barricate. “Noi non li facciamo uscire dall’Aula se questi vogliono tenere sotto ricatto gli italiani fino al 31 ottobre. Non c’è nessuna emergenza sanitaria”, sostiene Matteo Salvini. La pensa allo stesso modo Giorgia Meloni: per lei il governo “tenta mantenere una libertà di azione che gli ha consentito di fare cose che non c’entravano nulla col Covid. Su questo sono pronta a fare le barricate”.

LO SCOSTAMENTO – Il voto a maggioranza qualificata, il terzo dall’inizio dell’emergenza Covid, si terrà mercoledì alla Camera ed al Senato. Servono 316 voti alla Camera e 160 al Senato, dove il plenum è ora fermo a 319: asticelle importanti dati i numeri ‘ballerini’ del governo. Visto che Lega e Fdi voteranno contro, i voti di Forza Italia potrebbero essere rilevanti, ma il partito di Silvio Berlusconi minaccia di far mancare il proprio sostegno, che nelle due precedenti votazioni aveva assicurato, in questo passaggio fondamentale. “Non voteremo a scatola chiusa“, è il mantra dei capigruppo forzisti che chiedono un semestre bianco fiscale e reclamano una bicamerale sull’uso del Recovery fund.

OPEN ARMS – Giovedì l’Aula del Senato sarà chiamata a votare sulla proposta della Giunta delle Autorizzazioni di Palazzo Madama di non concedere l’autorizzazione al processo a Matteo Salvini sulla vicenda ‘Open Arms’. In Giunta la maggioranza si era spaccata per la decisione di tre senatori di Italia Viva di non partecipare al voto e per la scelta dell’allora 5Stelle Alessandra Riccardi (ora passata alla Lega) di votare in dissenso con il suo partito.

IL SUDOKU DELLE COMMISSIONI – A metà legislatura i due rami del Parlamento sono chiamati a rinnovare le presidenze delle commissioni permanenti. Essendo oggi diversa la maggioranza rispetto a quella giallo-verde di due anni fa, bisognerà sostituire i presidenti di commissione della Lega. Ma nella maggioranza composta tra Pd e M5s un accordo sulle poltrone disponibili ancora non sembra esserci. Per questo la votazione, inizialmente prevista a metà luglio era saltata. A far particolarmente gola sono presidenze importanti, oggi in mano ad esponenti del Carroccio: dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera alla Giustizia del Senato.

LEGGE ELETTORALE – Il 28 luglio in capigruppo alla Camera si deciderà se e quando inizieranno le votazioni a Montecitorio. Il Pd chiede che la legge elettorale sia ricalendarizzata ed è apertissima la discussione sul ‘tetto’ del cosiddetto Germanicum: se al 3 o al 5%. Percentuali che, in un Parlamento ridisegnato dalla riduzione dei suoi componenti, consentirebbero la sopravvivenza dei partiti più piccoli e, stando alle simulazioni, un potenziale ribaltamento dei risultati.

RECOVERY – Potrebbe approdare per la prima volta sul tavolo di Palazzo Chigi martedì, nella prima riunione del Ciae, ancora non ufficialmente convocata. E, sempre martedì 28 dovrebbe tenersi il Consiglio dei ministri sullo stato di emergenza.

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