Tredici persone sono state multate a Milano per non aver indossato la mascherina in metropolitana. A imporre la sanzione gli agenti della Questura, in servizio alla stazione di Porta Garibaldi, lungo la linea M2. L’operazione è partita nel dopo cena di ieri, sabato 25 luglio, e ha permesso l’identificazione di 186 persone. Per le 13 che non indossavano la mascherina anti-Covid è scattata la sanzione da 400 euro, “scontata” a 280 se pagata entro 5 giorni, come previsto dall’ordinanza n. 580 della Regione Lombardia in vigore fino a venerdì 31 luglio. I controlli effettuati ieri dalla polizia sono parte di una vasta operazione di controllo dell’ordine pubblico incentrata sul rispetto delle normative anti-Covid e per il contrasto allo spaccio di stupefacenti. Già venerdì gli agenti di Milano avevano messo quattro posti di blocco alla fermata di Cadorna della M1, per delle indagini su due persone sospettate di spacciare sostanze stupefacenti.

Nel frattempo sono usciti i risultati dei test sierologici sul coronavirus sui dipendenti dell’Atm, Azienda trasporti milanesi, effettuati a maggio dal Comune di Milano. È risultato positivo il 7,7% dei lavoratori di cui oltre il 35% asintomatico, mentre solo l’1.07% sono risultati positivi al test del tampone naso-faringeo, quindi ancora portatori di un’infezione attiva. Lo studio, coordinato dalla clinica delle Malattie infettive del dipartimento di Scienze biomediche e cliniche (Dibic) ‘Luigi Saccò dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con Atm, con l’ambulatorio Resnati dell’ospedale San Raffaele e con il Comune, ha visto la partecipazione di 1852 lavoratori. Molti i casi positivi per IgG anti-Covid al test immunocromatografico: 142 in totale. Solo 9, invece, le donne risultate positive tra le 100 partecipanti. “Nonostante che l’età di tutti i partecipanti fosse compresa nell’arco di una quindicina d’anni, tra i 36 e i 51 – ha spiegato il professor Massimo Galli, coordinatore dello studio – i lavoratori sotto i 45 anni si sono infettati meno degli altri. Questo dato, in assenza di altre spiegazioni, depone per un incremento della suscettibilità all’infezione in relazione all’età, come abbiamo osservato anche in Castiglione d’Adda. Il limitato numero di tamponi risultati positivi suggerisce che a maggio, quando lo studio ha avuto inizio, l’epidemia fosse già in declino per effetto del lockdown”.

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