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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 21:47 del 21 Luglio 2020

Sant’Anna di Stazzema, i due superstiti diventano cavalieri di Germania. L’ambasciata: “Immensa vergogna”. Il loro racconto: “Famiglie sterminate in 5 minuti”. “Soldato delle SS mi graziò, sparò in alto e io fuggii”

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Enrico perse tutta la sua famiglia: i suoi cari vennero uccisi davanti a lui, bambino di 10 anni, nascosto nel sottoscala della cucina. Enio, 6 anni all’epoca, fu risparmiato da una giovane SS che sparò in aria invece di ucciderlo, “importante testimonianza di come, anche in quella situazione, era possibile rifiutare ordini ingiusti e criminali – sottolinea Enio – mentre non possiamo ricordare come gli italiani fascisti che resero possibile la strage facendo da guide alle colonne di soldati tedeschi non hanno mai risposto ad alcun tribunale”. Oggi, a Sant’Anna di Stazzema, c’è stata la cerimonia di conferimento dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania a Enrico Pieri e Enio Mancini, superstiti dell’eccidio del 12 agosto 1944 voluta dal presidente della Repubblica Federale di Germania, Frank-Walter Steinmeier. Presenti anche il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, il ministro Annette Walter, Capo ufficio culturale dell’Ambasciata della Germania e i due sopravvissuti alla strage nazifascista. Enrico ed Enio erano tra quei bambini di Sant’Anna di Stazzema che il 12 agosto 1944 hanno visto con i loro occhi il massacro di oltre 500 innocenti.

“Il riconoscimento che ci ha conferito l’Ambasciatore tedesco a nome della Repubblica Federale di Germania – rimarca Pieri – è importante perché è il riconoscimento di ciò che è accaduto a Sant’Anna di Stazzema, ma anche perché conferma come la trasmissione della memoria e la diffusione della conoscenza della strage siano fondamentali. Non voglio immaginare un’Europa ancora divisa: è un messaggio che dobbiamo passare alle giovani generazioni”.

“La memoria è essenziale perché se non c’è memoria del passato si corre un rischio per il presente e soprattutto per il futuro – aggiunge Mancini – resta solo il rammarico sul fatto che in Italia, seppur con 60 anni di ritardo, la giustizia si è espressa sui soldati tedeschi, mentre la Germania ha archiviato le loro posizioni”. Un fatto, quello dell’archiviazione del processo in Germania, per il quale la rappresentante dell’ambasciata tedesca presente alla cerimonia Walter ha dichiarato di provare “immensa vergogna”.

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