Centinaia di morti innocenti: anziani, donne, bambini. Come i 560 di Sant’Anna di Stazzema, il 12 agosto di 75 anni fa: 130 di loro erano bambini. Ma nessuno ha mai pagato: ufficiali, sottufficiali, soldati che hanno “obbedito agli ordini”. La magistratura militare italiana, dopo la scoperta dell’Armadio della vergogna, ha messo sotto processo decine di ex militari nazisti, soprattutto grazie al lavoro di Marco De Paolis, attualmente procuratore generale militare della corte d’appello di Roma che per oltre vent’anni – dalla fine degli anni Novanta – ha indagato a fondo, individuando uno a uno i membri di Wehrmacht e delle SS e istruendo i processi ai responsabili delle stragi più sanguinose: da Sant’Anna a Marzabotto fino al Padule di Fucecchio. Complessivamente sono 60 gli ex criminali di guerra nazisti condannati all’ergastolo in Italia rimasti impuniti: non hanno mai fatto un giorno di carcere né di domiciliari. Lo stesso De Paolis ha firmato negli anni i mandati di cattura europei ma sono sempre stati ignorati o respinti al mittente dai tribunali tedeschi. Stesso esito lo hanno avuto le istanze a far scontare le condanne in Germania.

In particolare dal gennaio del 2008, come ricordò lo stesso De Paolis all’inaugurazone dell’anno giudiziario nel marzo scorso, 31 mandati di arresto europei emessi dai tribunali militari italiani nei confronti di criminali di guerra nazisti “non sono stati eseguiti”. D’altra parte lo stesso procuratore militare mise in relazione questo problema con quello analogo per i manager della ThyssenKrupp condannati nei confronti dei quali però la pena non è mai stata eseguita.

Dieci dei 60 ergastolani latitanti sono tutti morti tranquillamente nei loro letti. L’ultimo, Gerard Sommer, classe ’21, che nel 2015 fu archiviato dai giudici di Amburgo perché incapace di intendere e di volere e che alcune fonti indicano ancora per vivo, alla procura militare di Roma risulta in realtà deceduto il 22 febbraio 2017.

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