Qualcuno l’ha definita una barzelletta. Eppure i tifosi non hanno nessuna voglia di mettersi a ridere. Perché quello che sta succedendo al Wigan Athletic è qualcosa di sconcertante, l’ennesimo esempio di come calcio e capitali internazionali non vadano sempre d’accordo. I Latics, infatti, sono diventati il primo club inglese a finire in amministrazione controllata durante l’emergenza per il Covid-19. Niente di particolarmente strano, se non fosse per un piccolissimo dettaglio: il rischio bancarotta è arrivato appena quattro settimane dopo la cessione del club a un’altra holding di Hong Kong. Così, ora, il destino della squadra sembra essere praticamente segnato. Il Wigan, che attualmente è quindicesimo in Championship (il secondo livello del calcio di sua maestà) con 9 lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione, verrà penalizzato di 12 punti. La sanzione è certa, visto che in Inghilterra si applica automaticamente ai club insolventi, ma resta solo da capire se verrà applicata in questa o nella prossima stagione. E visto che questa penalizzazione viene scontata nell’annata successiva solo se la società retrocede, un altro club importante rischia di sprofondare in un purgatorio senza fine.

Wigan è una città che nel corso del tempo ha imparato il significato della parola “quasi”. Equidistante da Manchester e da Liverpool, ha conosciuto i fasti della rivoluzione industriale per poi tornare a essere periferia. Anche nel calcio. Wigan ha una popolazione di circa 100mila abitanti e uno stadio che può contenerne circa un quarto. Eppure nei suoi ottantotto anni di storia si è trascinata stancamente nelle serie inferiori del football inglese. Una concentrato di dispiaceri annacquati da qualche gioia sporadica. La svolta però arriva nel 1995, quando il club viene acquistato da Dave Whelan, ex giocatore del Blackburn con un notevole fiuto per gli affari. Negli anni Sessanta viaggia negli Stati Uniti e ha un’idea: creare una catena di supermercati. Nascono così i Whelan Discount Stores. Nel decennio successivo acquista un negozio di caccia e pesca di Wigan e lo trasforma nella seconda catena di negozi sportivi britannica. Quando diventa proprietario della locale squadra di calcio fa una promessa: la porterà fino alla Premier League. E avrà ragione.

Nel 2005 arriva la prima storica promozione. E resta in massima divisione per 8 anni consecutivi. L’unico successo è datato 2012/2013. Ed è clamoroso. Sì perché il Wigan di Roberto Martinez vince l’FA Cup contro il Manchester City di Roberto Mancini. Gol di Ben Watson al 91’. Ed ecco che per un giorno la provincia diventa di nuovo centro. Ma è troppo bello per durare. Dopo tre giorni il Wigan retrocede, stabilendo un singolare primato. La favola finisce nel novembre 2018, quando il club viene messo in vendita. David Sharpe, che aveva sostituito il nonno come presidente, decide di cedere la società alla International Entertrainment Corporation, una holding di Hong-Kong che ha la propria sede nel paradiso fiscale delle Isole Cayman e un casinò a Manila. Il prezzo dell’affare è fissato a 15.9 milioni di sterline. Sembra l’inizio di una nuova era, invece è un salto nel vuoto.

Dopo la promozione dalla Football League One alla Championship, i nuovi proprietari si dicono insoddisfatti. Per garantire una squadra competitiva e attrarre calciatori servono grandi investimenti, ma la serie cadetta inglese non permette grandi ricavi. E poi, dicono, c’è la Brexit, che potrebbe avere “un impatto a lungo termine sull’economia e la crescita della Gran Bretagna che potrebbe danneggiare gli investitori e potrebbe far diminuire i consumi locali”. Troppi potrebbe, meglio disfarsi del giocattolo. Lo scorso 4 giugno la IEC decide di cedere il club a un’altra holding. Si chiama Next Leader Fund (NLF), anche questa è di Hong Kong e anche questa ha sede alle Isole Cayman. Abbastanza per far insospettire anche i più ottimisti. Nessuno ci vede chiaro. Nessuno tranne la English Football League, che dà il via libera all’operazione. NLF versa nelle casse di IEC 17,5 milioni di sterline (quindi quasi due in più rispetto a quanto era stata pagata da IEC poco più di un anno prima) più un indennizzo di 24,36 milioni di sterline a titolo di compensazione per quanto era stato investito nel club.

I nuovi proprietari rassicurano i tifosi riguardo le loro ambizioni e il nuovo direttore, Au Yeung si dice addirittura “eccitato di entrare a far parte della famiglia del Wigan Atheltic”. Di lui non si sa quasi niente. Solo che “ha importanti esperienze nella gestione degli affari commerciali” e ha lavorato nel commercio di “merci e investimenti immobiliari in Asia”. Ma avrebbe anche una certa esperienza nello sport, dovuta al suo lavoro in squadre amatoriali per oltre 15 anni, culminato con la vittoria di molti trofei. Eppure qualcosa non quadra. Come riporta il Guardian, infatti, in un primo momento il presidente di IEC, l’uomo d’affari di Hong Kong Dr Choi Chiu Fai Stanley, detiene più del 50% della società che ha venduto (IEC) e quella che ha comprato il club (NLF). E non finisce qui. Perché il 24 giugno Au Yeung è passato dall’essere un socio di minoranza di NLF a essere il proprietario prima del 75% e poi del 100% delle azioni della NLF.

E qui arriva l’ennesimo colpo di scena. Solo sette giorni più tardi il club viene messo in amministrazione controllata. “Il nostro obiettivo immediato è garantire che il Wigan completi tutti i trasferimenti in questa stagione e trovare urgentemente investitori interessati a salvare il Wigan Athletic FC e il lavoro delle persone che sono impiegate nel club”, ha detto Gerald Krasner, uno dei curatori. Un impegno che non sembra essere stato rispettato alla lettera, visto che ben 75 impiegati del club hanno perso il lavoro. Ai calciatori, invece, è stato versato circa il 20% dei soldi dovuti, ma qualsiasi altro pagamento sarà subordinato alla cessione di giocatori durante il calciomercato. “Abbiamo comprato il Wigan Athletic con le migliori intenzioni – ha detto qualche giorno fa Au Yeung al Wigan Today – volevamo creare una squadra in grado di tornare in Premier League e ho investito più di 40 milioni di sterline. Sfortunatamente la crisi per il Covid-19 ha impattato in modo molto grave sulle persone e sugli affari in giro per il mondo. E i club di Championship, che dipendono dai fan che varcano i tornelli, non hanno fatto eccezione”.

Una speranza per i tifosi del Wigan Athletic è arrivata dai “cugini” del Wigan Warriors, il club più vincente della storia del rugby britannico, che si sono detti pronti a comprare la squadra di calcio con la quale, al momento, condividono il DW Stadium. “Crediamo fermamente che sia meglio che il Wigan Athletic sia gestito da un proprietario locale“, ha detto il predente dei Warriors Ian Lenagan. I due club, che rappresentano i due giochi inglesi per eccellenza, il rugby e il football, sarebbero così uniti “sotto lo stesso tetto”, in modo da lanciare un chiaro messaggio di territorialità contro lo strapotere dei capitalisti internazionali. Sicuramente più opulenti, ma spesso meno affidabili.

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