Altri 200 migranti in arrivo a Porto Empedocle saranno immediatamente trasferiti sul territorio nazionale, mentre altri 100 saranno spostati domani. La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, durante il question time alla Camera, ha risposto alle richieste sempre più decise degli amministratori locali siciliani e calabresi sulla gestione dei flussi migratori, che hanno conosciuto una nuova impennata negli ultimi mesi, resa più complicata anche dalla necessità di far svolgere alle persone in arrivo sulle coste italiane dei test e un periodo di quarantena per evitare il rischio di diffusione del coronavirus.

“Per quanto riguarda la situazione di Lampedusa – ha spiegato il capo del Viminale -, ai migranti viene effettuato il test sierologico. In merito agli arrivi degli ultimi giorni, già oggi è previsto il trasferimento di almeno 200 migranti attesi a Porto Empedocle per poi essere trasferiti sul territorio nazionale. Domani ne verranno trasferiti altri 100 e sulla base di una programmazione progressivamente aggiornata si procederà allo svuotamento dell’hotspot“.

Misure, quelle previste dal dicastero, che hanno come obiettivo quello di salvaguardare la salute dei cittadini e anche mantenere bassa la preoccupazione della popolazione riguardo a una possibile diffusione del virus dall’esterno, dopo le segnalazioni arrivate, per ultimo, dal primo cittadino di Pozzallo, Roberto Ammatuna, che durante l’incontro al ministero ha parlato di “forte tensione sociale non solo tra i miei concittadini, ma in tutta la Sicilia”. “Si tratta di una strategia che prevede diversi interventi messi in campo dal governo per fronteggiare la situazione contingente con la massima attenzione alla tutela della sicurezza sanitaria dei cittadini, in particolare in quelle regioni, come la Sicilia e la Calabria, particolarmente esposte agli sbarchi autonomi – ha risposto Lamorgese alla Camera – Ho anche disposto il rafforzamento dei dispositivi di sorveglianza sulle strutture di accoglienza, prevedendo la possibilità del trasferimento dei migranti sottoposti, ove necessario, a quarantena in ospedali militari“, come successo con le 13 persone positive spostate da Amantea al Celio di Roma.

Da parte degli amministratori locali era arrivata anche la richiesta di implementare l’uso di navi-quarantena come la Moby Zazà, l’unica che al momento sta svolgendo questa funzione al largo delle coste siciliane, proprio per evitare che migranti positivi ai tamponi debbano essere gestiti come malati Covid sulla terraferma, aumentando le preoccupazioni della popolazione. Richieste alle quali il Viminale ha risposto con una nota in cui si specificava che, andato deserto il primo bando per l’assegnazione del servizio, era stata presentata una nuova procedura di urgenza che prevede la presentazione delle offerte entro le ore 24 del 16 luglio 2020. “Nell’ambito delle diverse iniziative – ha specificato Lamorgese in Aula -, segnalo anche l’avvenuta pubblicazione il 14 luglio di un nuovo avviso con procedura accelerata per il noleggio di navi da adibire alla sorveglianza sanitaria e che prevede la presentazione delle offerte entro domani, 16 luglio. Nel frattempo, la nave Moby Zazà, ormeggiata a Porto Empedocle, in rada, continuerà a essere impiegata come struttura per la quarantena fino alla conclusione del periodo di sorveglianza obbligatoria”.

Per quanto riguarda invece i “70 migranti giunti a Roccella Ionica il 10 luglio, come di consueto è stato immediatamente disposto il prelievo del tampone per verificare eventuali situazioni di contagio, prevedendo nel contempo il periodo di 14 giorni di sorveglianza sanitaria obbligatoria in strutture ritenute idonee da parte delle aziende sanitarie territoriali”.

La ministra torna poi a lanciare un appello all‘Unione europea, come fatto già in passato da altri membri del governo, per una gestione comunitaria del fenomeno migratorio: “La gestione del fenomeno migratorio necessita anche di un approccio globale a livello europeo, sul quale il governo lavora senza trascurare alcun aspetto – ha concluso Lamorgese – Ho promosso di recente una videoconferenza, lo scorso 13 luglio, cui hanno partecipato i commissari europei per gli Affari Interni e per il Vicinato e i ministri dell’Interno di Germania, Francia, Spagna, Malta e gli omologhi di alcuni Paesi del Nordafrica, Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia. Il confronto è stato proficuo ed ha consentito di condividere diverse linee di azione, tra le quali l’intensificazione della collaborazione di polizia per rafforzare gli strumenti operativi e le attività investigative. Si tratta di un lavoro in itinere, che dà il segno di un intenso sforzo avviato, con interventi diversificati, per governare il fenomeno dell’immigrazione”.

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