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Coronavirus, focolaio a Vicenza: il dirigente con la febbre a 38 è stato a un funerale e a un compleanno, poi il rifiuto del ricovero

Secondo la ricostruzione del Corriere, l'uomo si sarebbe contagiato durante un viaggio di lavoro in Serbia, dove sarebbe entrato in contatto con un settantenne sintomatico. Ora è ricoverato in rianimazione
Coronavirus, focolaio a Vicenza: il dirigente con la febbre a 38 è stato a un funerale e a un compleanno, poi il rifiuto del ricovero
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Ha iniziato ad accusare i sintomi del Covid appena rientrato dai Balcani: febbre a 38, malessere generale, inappetenza. Ma non è stato sufficiente per restare a casa in isolamento, come prevedono le norme anti contagio. È andato a un funerale, nonostante i sintomi, e poi a un’affollata festa di compleanno. Risultato: un nuovo focolaio in provincia di Vicenza, 89 persone in quarantena, tamponi a tappeto a centinaia di persone. Il Corriere della Sera ha ricostruito gli spostamenti dell’azienda Laserjet di Pojana Maggiore, dal primo viaggio in Serbia, il 18 giugno, fino al tampone e al primo rifiuto del ricovero. Per poi cedere, qualche giorno dopo, all’aggravarsi delle sue condizioni: l’uomo ora si trova nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Vicenza, intubato.

Il dirigente si sarebbe contagiato durante un viaggio di lavoro in Serbia, dove sarebbe entrato in contatto con un settantenne sintomatico, oggi in rianimazione nel suo Paese. Nel viaggio (in furgone) lo accompagnava un operaio. Qualche giorno dopo, un secondo viaggio, in Bosnia, insieme ad altri due operai. Tornato il 25 giugno, già il giorno seguente ha iniziato a manifestare i sintomi del Covid: febbre alta, malessere generale, stanchezza. Nonostante questo, è uscito e ha incontrato persone: prima a un funerale, dove è stato visto abbracciare vedova e parenti del defunto, e poi a un compleanno. Una festa all’aperto, dove c’era – scrive il Corriere – anche Giuseppe Cruciani, che però se ne sarebbe andato prima dell’arrivo del dirigente sintomatico. Solo il giorno dopo la festa l’uomo si è presentato all’Ospedale di Noventa vicentina per un tampone: positivo. Trasferito all’ospedale San Bortolo di Vicenza, gli è stato consigliato il ricovero, ma ha preferito tornare a casa.

Il ricovero c’è stato solo tre giorni dopo, per le insistenze degli operatori sanitari e del sindaco. E perché le condizioni erano ormai gravi, così da non lasciare altra scelta.

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