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Usa, bocciata legge anti-aborto in Louisiana: avrebbe lasciato una clinica sola per l’interruzione di gravidanza

La legge della Louisiana era praticamente identica a quella del Texas che la Corte bocciò nel 2016. Ago della bilancia il presidente della Corte Suprema, John Roberts, che si è unito ai colleghi liberal
Usa, bocciata legge anti-aborto in Louisiana: avrebbe lasciato una clinica sola per l’interruzione di gravidanza
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Per la prima volta la Corte Suprema si pronuncia sull’aborto da quando il presidente Donald Trump ha nominato due giudici (Brett Kavanaugh e Neil Gorsuch) dando la maggioranza all’ala conservatrice. E decide di bocciare la legge iper restrittiva sull’aborto della Louisiana, che avrebbe comportato di fatto la chiusura di tutte le cliniche – tranne una a New Orleans – che praticano l’interruzione di gravidanza. La decisione segna un precedente che mette a rischio tutte le altre norme simili varate negli ultimi anni in altri stati Usa. Come in altri recenti casi, il presidente della Corte John Roberts, di nomina conservatrice, si è unito ai colleghi liberal diventando determinante per il verdetto, così come ha fatto per salvare il programma di protezione dei Dreamer varato da Barack Obama sia per estendere il divieto di discriminazioni sul lavoro alla comunità Lgbtq.

La legge della Louisiana era praticamente identica a quella del Texas che la Corte bocciò nel 2016. Il risultato del giudizio è frutto “della nostra decisione di invalidare una legge identica in Texas quattro anni fa”, ha motivato Roberts. I due incaricati del presidente Donald Trump, Gorsuch e Kavanaugh, hanno votato in dissenso, insieme al giudice Samuel Alito. La presenza dei nuovi giudici aveva alimentato le speranze degli anti-abortisti. Il giudice di primo grado aveva respinto la legge che avrebbe lasciato aperta una sola clinica in Louisiana, a New Orleans, rendendo molto difficile per le donne abortire. Ma la Corte d’appello di New Orleans ha respinto le conclusioni del giudice, esprimendosi in senso contrario. Le cliniche hanno quindi presentato ricorso alla Corte Suprema.

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