Lo scoop pubblicato dal New York Times sulle presunte taglie messe dalla Russia sui militari americani impegnati in Afghanistan ha scatenato pesanti reazioni all’interno dell’amministrazione Trump e non solo. La speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha scritto una lettera a John Ratcliffe, capo della National Intelligence, e Gina Haspel, direttrice della Cia, per chiedere un briefing “immediato”. E oggi il Washington Post pubblica una nuova puntata della vicenda: l’operazione russa ha portato alla morte di diversi membri delle truppe a stelle e strisce per mano dei guerriglieri Taliban, scrivono citando fonti d’intelligence.

“Il Congresso e il Paese hanno bisogno di una risposta ora. Le domande che sorgono sono: il presidente fu informato? Se no, perché? E perché il Congresso non fu informato?”, ha continuato Pelosi. Donald Trump, con l’amministrazione che terrà un briefing al Congresso in merito alle indiscrezioni, ha twittato etichettando come una bufala le notizie circolate sui media e spiegando così il motivo per cui non ne era stato informato: “L’intelligence mi ha appena detto che non ha trovato credibile questa informazione e quindi non l’ha riferita a me o al vicepresidente. Può darsi che sia un’altra bufala russa inventata, forse dal fake news New York Times che vuole far apparire male i repubblicani”. Fonti del Washington Post confermano che non è strano che il presidente non sia stato informato subito, “fino a quando non si è assolutamente sicuri dell’informazione”. Ma ora che la comunità d’intelligence Usa l’ha confermata, “la questione dovrebbe spostarsi sul cosa fare di fronte ad una notizia del genere”.

Fatto sta che la portavoce della Casa Bianca, Kayleigh McEnany, senza fornire altri dettagli, ha comunque fatto sapere che il briefing al Congresso si terrà. E anche tra i repubblicani più vicini al tycoon, come Lindsey Graham, si ritiene “imperativo che il Congresso vada sino in fondo”.

Il tema è esploso il 27 giugno, quando il New York Times ha pubblicato quelli che dicono essere i risultati di un’indagine interna all’intelligence secondo cui dalla Russia sono state messe delle taglie offerte dagli agenti del Gru di Mosca ai Taliban e a gruppi criminali legati all’insorgenza per uccidere soldati americani e anche della Nato.

E secondo le ultime rivelazioni del Washington Post, proprio queste taglie hanno portato all’uccisione di alcuni militari americani. A differenza di quanto dichiarato da Trump, però, il Post aggiunge che alti funzionari della Casa Bianca sono stati informati del programma lo scorso marzo, mentre nell’ultima settimana i particolari sono stati resi noti anche ai britannici, ma non agli altri Paesi della Nato impegnati sul fronte afghano, come ad esempio l’Italia.

A collegare alcuni degli attentati che hanno provocato vittime americane al programma russo, che secondo Mosca non è mai esistito, sono stati alcuni insorgenti catturati e interrogati dalla forze speciali Usa, scrive il quotidiano di Washington citando fonti d’intelligence, anche se non vengono forniti numeri precisi sulle morti che sarebbero direttamente collegate alle taglie russe. Nel 2018 sono stati uccisi 10 militari americani in attacchi in Afghanistan, 16 nel 2019 e 2 quest’anno.

Un portavoce del National Security Council ha detto al Post che “si continua a valutare la veridicità di queste accuse”. Ma il giornale scrive che le informazioni ottenute durante gli interrogatori erano state già confermate dalla Cia prima che venissero riferite durante un incontro ad alto livello alla Casa Bianca avvenuto lo scorso marzo. E fu proprio nel corso di questo meeting che emersero punti di vista diversi sul come reagire a questa informazione, con l’inviato speciale per l’Afghanistan, Zalmay Khalilzad, che voleva affrontare direttamente Mosca, mentre funzionari del Consiglio nazionale di sicurezza che erano contrari a un’azione immediata.

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