Il presidente del Kosovo, Hashim Thaçi, è stato incriminato insieme ad altre nove persone dal Tribunale speciale sui crimini di guerra in Kosovo, fondato dall’Unione europea ma basato sulla legge kosovara, con l’accusa di crimini di guerra e contro l’umanità commessi durante la guerra con la Serbia nel 1998-1999, quando era uno dei leader dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck), organizzazione paramilitare kosovaro-albanese impegnata nel conflitto contro l’esercito di Belgrado.

Il presidente di Pristina, secondo i procuratori de L’Aia membri della Camera degli Specialisti sul Kosovo, è responsabile insieme agli altri nove, tra cui c’è anche il capo del Partito Democratico kosovaro ed altro ex leader Uck, Kadri Veseli, di “essere responsabile di circa 100 omicidi“, oltre che di tortura, persecuzione e sparizioni forzate ai danni di militari e membri della comunità serba, come si legge in una nota dello stesso tribunale. Adesso un giudice sta esaminando le accuse per decidere se confermarle.

Thaçi, come molti altri esponenti politici kosovari, specialmente nel Partito Democratico, ha ricoperto un ruolo chiave all’interno dell’Uck, dove fin dal suo arruolamento ha ricoperto ruoli di alto livello, occupandosi della raccolta dei finanziamenti in favore dell’organizzazione paramilitare e diventandone, nel 1994, il direttore politico. Il Serpente, come era stato ribattezzato, ha preso quindi parte a una delle più sanguinose guerre degli Anni 90, caratterizzata da atti di pulizia etnica da parte di entrambe le fazioni. Terminato il conflitto, con le forze kosovaro-albanesi uscite vittoriose grazie al supporto dell’aviazione Nato contro i militari di Belgrado, Thaçi è stato primo ministro dal 1999 al 2000 e, poi, dal 2008 al 2014. È nel secondo mandato al governo che, poche settimane dopo l’insediamento, dichiarò l’indipendenza unilaterale del Kosovo.

Come lui, ci sono altri ex personaggi di spicco dell’Uck a essere finiti sotto la lente dei procuratori dell’Aia. Tra questi c’è anche l’ex primo ministro Ramush Haradinaj, detto Rambo. Fece scalpore, un anno fa, la sua convocazione da parte della Camera degli specialisti che provocò anche le sue dimissioni da leader dell’esecutivo: “Ho ricevuto una chiamata dal Tribunale speciale, come sospettato. Mi è stato chiesto di presentarmi come premier o come semplice cittadino del Kosovo. Ho scelto la seconda opzione”, spiegò ai giornalisti.

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