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Messina, sì di Bonafede all’autorizzazione a procedere per il sindaco De Luca. È accusato di vilipendio alla ministra Lamorgese

I fatti risalgono al mese di aprile, in piena emergenza coronavirus. Dopo aver cercato di bloccare decine di persone che da Villa San Giovanni stavano per traghettare in Sicilia, infatti, De Luca ha attaccato la titolare del Viminale, accusandola di non disporre i controlli con un linguaggio minaccioso e offensivo
Messina, sì di Bonafede all’autorizzazione a procedere per il sindaco De Luca. È accusato di vilipendio alla ministra Lamorgese
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Cateno De Luca rischia il processo. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha autorizzato la procura di Messina a procedere nei confronti del sindaco della città dello Stretto. E’ accusato del reato di vilipendio previsto dall’articolo 290 del codice penale. De Luca era stato iscritto nel registro degli indagati a fine marzo dopo la denuncia del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Per questo genere di reati, perché si possa poi esercitare l’azione penale attraverso la richiesta di rinvio a giudizio o di emissione di decreto penale di condanna, è necessaria l’autorizzazione del Guardasigilli.

I fatti risalgono al mese di aprile, in piena emergenza coronavirus. Dopo aver cercato di bloccare decine di persone che da Villa San Giovanni stavano per traghettare in Sicilia, infatti, De Luca ha attaccato la titolare del Viminale, accusandola di non disporre i controlli. Per questo motivo e per i toni minacciosi e volgari utilizzati dal sindaco, la ministra lo ha denunciato per vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate. “Ringrazio il Guardasigilli Bonafede per avere assecondato il capriccio del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nel processarmi per il delitto di lesa maestà”, dice oggi De Luca. “Rammento ancora la presa di posizione del ministro Lamorgese – insiste – che appresa la notizia della mia opposizione è andata su tutte le furie, è così il povero ministro della Giustizia non ha avuto altra scelta che concedere l’autorizzazione alla Procura di processarmi per vilipendio”.

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