Continuano le provocazioni della Corea del Nord nei confronti dei vicini del Sud, a un giorno dalla distruzione dell’ufficio di collegamento tra le due Coree, simbolo del dialogo tra Pyongyang e Seul. Le truppe del presidente Kim Jong-un si stanno riposizionando in due aree, quella del distretto industriale a sviluppo congiunto di Kaesong e del complesso turistico del monte Kumgang, che erano state smilitarizzate in base agli accordi firmati con la controparte. E da Seul arrivano le prime minacce di rappresaglia: il Nord dovrà “pagare un prezzo” in caso di azioni militari.

Un nuovo dialogo tra le due parti, ancora formalmente in guerra dopo il conflitto del 1950-53, auspicato sia da Seul che da numerosi leader internazionali è morto prima ancora di nascere, visto che Kim Yo-jong, la potente sorella del leader nordcoreano, dopo la distruzione dell’edificio nella zona di confine di Kaesong ha respinto l’offerta dei vertici militari del presidente Moon Jae-in di mandare nella Repubblica Popolare inviati speciali per riavviare immediatamente i colloqui tra i due Paesi ed evitare una nuova escalation.

Così, da Seul è arrivato l’avvertimento dei vertici dell’esercito che hanno messo in guardia il regime nordcoreano, invitandolo a non intraprendere nuove azioni militari per le quali potrebbe “pagare un prezzo”. In una nota diffusa dopo l’annuncio di Pyongyang sul riposizionamento delle truppe nelle aree smilitarizzate, il Comando di Stato Maggiore congiunto di Seul ha affermato che si tratta di mosse che “bloccano gli sforzi di due decenni per migliorare le relazioni e riportare la pace”.

Intanto, dopo l’ultimo episodio di tensione, il ministro dell’Unificazione della Corea del Sud, Kim Yeon-chul, ha presentato le dimissioni assumendosi le responsabilità per il peggioramento dei rapporti con la Corea del Nord, secondo quanto riporta la Bbc. Dimissioni che devono ancora essere accettate dal presidente Moon Jae-in. “Mi dispiace di non essere stato all’altezza delle richieste e delle aspettative del nostro popolo per la pace e la prosperità nella penisola coreana”, ha dichiarato citato dall’agenzia sudcoreana Yonhap.

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