Immuni registra i primi tre soggetti positivi al coronavirus in Liguria, una delle quattro Regioni pilota per il test iniziale dell’applicazione utilizzata per il tracciamento dei contagi. Nell’arco della settimana “sono stati sbloccati i primi codici numerici dall’Asl 3 di Genova su tre persone che sono risultate positive al tampone e che avevano scaricato Immuni”, ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti, ricordando che i dati verranno pubblicati settimanalmente. Il codice fornito servirà per inserire “l’allarme” all’interno dell’applicazione e darà così la possibilità a coloro che l’hanno attivata di essere avvisati se entrati in contatto con i soggetti positivi.
Testata dall’8 giugno in quattro regioni – Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia – da lunedì 15 giugno Immuni sarà estesa in tutta Italia. “La potete scaricare con sicurezza, serenità e tranquillità, perché tutela la privacy – ha sottolineato ancora il premier Giuseppe Conte – ha una disciplina molto rigorosa, non invade gli spazi privati”. L’applicazione disponibile sugli store digitali dal primo giugno, ad oggi è stata scaricata da 2,2 milioni di persone spontaneamente, ha aggiunto commissario Domenico Arcuri che ha ribadito che la app, basata sul bluetooth, continuerà a garantire l’anonimato degli iscritti “fino alla fine del suo uso”.
Immuni si basa infatti sullo scambio di codici anonimi generati automaticamente. Quando le strutture sanitarie e le Asl riscontrano un nuovo caso positivo, dietro consenso del soggetto stesso, inseriscono un codice nel sistema. I telefoni poi fanno un ‘match’ dei codici in automatico e viene inviata la notifica agli utenti con i quali il caso positivo è stato a stretto contatto. I dati raccolti sono conservati sui singoli dispositivi e non su un server centrale. Disponibile su iPhone e sui dispositivi Android con sistemi operativi aggiornati, dall’8 giugno Immuni è stata resa scaricabile anche sui smartphone Huawei, con la condizione di base, però, che i cellulari si appoggino ai servizi di Google.
Secondo una indagine Demos, però, solo il 38% degli italiani si è dichiarato disponibile a installarla ma nel frattempo sono nate in Italia, per iniziative di istituzioni locali, altre applicazioni di tracciamento come allertaLOM della Regione Lombardia, scaricata da oltre 1,3 milioni persone.
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