Prendi un suv, che magari qualcuno storcerà il naso ma al mercato piace e non tradisce mai. Dagli linee filanti, un tetto rastremato e un profilo modaliolo da coupé. Poi aggiungi elettroni, quattro ruote motrici e ogni possibile diavoleria nell’infotainment e nella sicurezza, condendo il tutto con il sapore agrodolce del lusso. Dove l’agro è il listino, che, complici le batterie, parte da 75.400 euro, ma il dolce è un’esperienza di guida fuori dal comune.

L’ultima arrivata in casa Audi, la e-tron Sportback, va però oltre i riassunti stringati. E’ lunga 4 metri e 90, ha spazio interno da vendere e presenza esterna imponente ma non invasiva, quasi a richiamare il carattere di una tecnologia, quella elettrica, che fa dell’impatto zero (sull’ambiente, in questo caso) la sua bandiera. E di una strada ben illuminata, la via maestra: i suoi fari a led Digital Matrix riflettono la luce da un milione di specchi microscopici, che cambiano posizione 5.000 volte al secondo. E la notte diventa giorno.

L’aerodinamica, poi, è ispirazione. Nel senso che ogni superficie, visibile e non, è frutto di un compromesso (che vale 45 km di autonomia in più ad ogni pieno) tra design in senso stretto e ottimizzazione dei flussi. Compresa la scelta di sostituire gli specchietti laterali con telecamere ad alta definizione, dalle forme molto più affusolate, che proiettano le immagini su schermi piazzati in alto sugli sportelli. Posizione un pò scomoda, ma ci si abitua.

Dagli schermi sugli sportelli a quelli sulla plancia. Sono due e tattili: quello superiore più grande gestisce l’infotelematica, mentre da quello in basso si regolano climatizzazione e parte della navigazione. Tutto hi-tech, ma intuitivo e tutto sommato semplice da utilizzare. Per non parlare degli ausili alla guida e dei sistemi di sicurezza attiva e passiva: sono una messe, e per elencarli tutti ci vorrebbe un trattato.

Ha due motori, la e-tron Sportback. Sono posizionati su ognuno dei due assi, il che garantisce un funzionamento ottimale della sofisticata trazione integrale elettronica: i sensori analizzano continuamente le condizioni del fondo stradale, asfalto e non, e regolano la trazione (come pure le sospensioni) adattando la coppia su ogni singola ruota in 30 millesimi di secondo. Un battito di ciglia.

La versione 55 Quattro oggetto della nostra prova ha una potenza di 408 cavalli (sulla 50 sono 313), e consentono uno scatto da 0 a 100 in 5,7 secondi con una velocità di punta che solo l’autolimitazione frena a 200 chilometri orari. Il crescendo è impressionante, come solo la funzione di coppia lineare tipica dei propulsori a batteria sa offrire. Stabilità e tenuta sono convincenti, nonostante una massa imponente, mentre da sttolineare è l’interpretazione del cosiddetto “one pedal feeling”: al rilascio dell’acceleratore, la decelerazione rigenerativa delle batterie non comporta una frenata brusca bensì un rallentamento graduale. A proposito di batterie: l’autonomia sulla 55 è di 440 chilometri, mentre per avere l’80% del pieno ci vuole circa mezz’ora.

Per chi non si accontenta, infine, c’è la versione cattiva “S”: arriverà nelle concessionarie italiane a partire dal terzo trimestre dell’anno, e potrà contre sulla bellezza di 503 cavalli e 973 Newtonmetri. Il che la metterà in grado di volare da 0 a 100 orari in 4,5 secondi. Anteprima succosa delle primizie a elettroni che debutteranno il prossimo anno: la sportiva e-tron GT e il suv compatto Q4 e-tron.

Articolo Precedente

Suzuki Ignis Hybrid, la prova de Il Fatto.it – L’ibrido sbarazzino da città. E non solo – FOTO

next
Articolo Successivo

Audi A3 Sportback, la prova de Il Fatto.it – La best seller che viaggia a tempo di rock – FOTO

next