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Turismo, l’Italia riapre le frontiere ma le aspettative saranno frustrate

Turismo, l’Italia riapre le frontiere ma le aspettative saranno frustrate
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L’Italia riapre le frontiere, e così anche il resto dell’Europa, perché arriva l’estate e inizia la stagione del turismo. Tanto per avere un’idea di cosa stiamo parlando, l’industria dei viaggi rappresenta il 10 per cento dell’economia globale, parliamo di circa 2.000 miliardi di dollari l’anno. Senza menzionare i 300 milioni di persone a cui dà da lavorare.

Insomma, il turismo è molto importante. Peccato che le aspettative relative al 2020 saranno frustrate. Riaprire le frontiere serve a ben poco se l’industria dell’aviazione è in crisi totale e la paura del virus persiste.

Per capire di cosa si sta parlando basta raccontare una breve cronistoria dei tentativi di rientro dagli Stati Uniti, rientro che nel mio caso ancora non si è compiuto. In primis se si ha in mano un voucher in quanto il vecchio volo è stato cancellato bisogna volare con la stessa compagnia, in altre parole i voucher non sono trasferibili né si possono monetizzare. In secondo luogo, le linee aeree hanno ridotto drasticamente il numero dei voli e partono solo da alcuni aeroporti e raggiungerli non è facile. Nel mio caso, bloccata nell’ovest degli Stati Uniti dall’inizio di marzo e in possesso di un voucher della British Airways, l’aeroporto migliore è Dallas, da dove posso partire per Londra e poi da lì per Roma.

Sulla carta ci sarebbe un volo al giorno da Dallas per Londra ma in realtà quel volo viene cancellato giornalmente, il motivo è sconosciuto ma sospetto che sia perché l’aereo è vuoto. La rotta Dallas-Londra è una rotta battuta da chi fa business e al momento i viaggi d’affari sono inesistenti. Il turismo non c’è perché le frontiere americane sono chiuse, rimangono gli europei come me che cercano di tornare a casa adesso che il lockdown si è ridotto.

Per ora tre delle mie prenotazioni sono state cancellate il giorno prima della partenza, ma questa settimana un aereo si è alzato in volo per Londra da Dallas, e questa, a detta del mio agente di viaggio, è una bella notizia. Quindi speriamo che la mia prossima prenotazione non venga cancellata.

Altro problema: la connessione per Roma. La British non vola fino al 21 giungo da Londra a Roma, ma in ogni caso non si sa se il governo britannico a breve imporrà la quarantena ai viaggiatori, quindi non è possibile prenotare la tratta Londra-Roma.

Ancora più scioccante è la differenza di prezzo. I voucher hanno il valore dei biglietti acquistati prima della pandemia, adesso i prezzi sono saliti alle stelle, morale: se si vuole usare il voucher bisogna pagare la differenza, che nel mio caso è equivalente al prezzo del vecchio biglietto.

Una volta superate tutte queste difficoltà e svuotato il portafoglio arriva la domanda finale: lei ha i requisiti per entrare in queste nazioni? Mentre nel Regno Unito si entra senza problema in Italia, almeno per ora, ci vuole il passaporto italiano. Dal 4 giugno pare si entrerà con un passaporto europeo, ma nessun agente di viaggio consiglia di prenotare a chi non è in possesso di un passaporto italiano per timore che cambino le regole.

Queste le attuali difficoltà logistiche di chi vuole viaggiare, inclusi tutti coloro che hanno prenotato mesi fa le loro vacanze in Italia. A queste va aggiunta la paura del virus, e cioè di essere contagiati in aereo o durante il viaggio.

Anche se tutti sogniamo di tornare alla vita spensierata che facevano l’anno scorso questo non è un film di fantascienza. I tempi della ripartenza saranno lunghissimi, specialmente nel settore dei viaggi e del turismo. Chi pensa che le città, le spiagge e le montagne italiane si riempiranno a breve di stranieri forse si sbaglia. Almeno per ora il turismo rimane un obiettivo difficilmente raggiungibile.

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