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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 19:30 del 18 Maggio 2020

Fase 2 – Il videoracconto della Milano che riapre. Dai termoscanner per entrare in Duomo e nei negozi ai ristoranti con tavoli distanziati: ecco il nuovo corso

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Dalla periferia al centro è il giorno della ripartenza anche per Milano. In Galleria Vittorio Emanuele i negozi dei grandi marchi della moda riaprono le loro porte così come i negozi di scarpe. Si entra solo dopo aver misurato la temperatura con l’obbligo di usare guanti e mascherina. Alle otto del mattino riaprono anche le porte del Duomo per la prima messa del mattino: “Vi abbiamo aspettato tanto” racconta il prete che celebra la messa. Dal rito religioso della messa a quello laico del caffè. Da oggi anche i bar potranno servire il caffè al banco nella tazzina. I bar di corso Vittorio hanno montato i plexigas sul bancone, ma in tanti non rinunciano al caffè.

Ma oggi è anche il giorno dei parrucchieri. In zona Lima Paolo e Davide soci di un salone hanno previsto un protocollo di sicurezza molto più rigoroso rispetto a quello previsto dalla regione: “Ci siamo mossi fin d asubito – raccontano – solo così siamo riusciri a riaprire oggi”. Si entra solo su appuntamento e all’ingresso, viene misurata la temperatura, le borse e il cellulare vengono riposti in sacchetti, e si riceve un kit con una mantellina monouso per ogni cliente. Intanto più a nord, nel quartiere di Precotto, il cortile di una storica osteria milanese è tornato a vivere dopo i giorni di chiusura. Alle dodici in punto arrivano i primi operai mentre più tardi ci sono gli impiegati degli uffici. “Abbiamo dovuto ridurre lo spazio di due terzi così abbiamo pensato di passare da due a quattro turni per poter soddisfare tutti” racconta il proprietario Mario che insieme al padre gestisce l’osteria. Durante il lockdown hanno trasformato i camerieri in fattorini e hanno tenuto prezzi bassi per venire incontro a chi era in difficoltà. Qui tra i tavoli all’aperto non si respira la paura del ritorno del virus, ma c’è la consapevolezza che “la responsabilità per far sì che non ci sia un ritorno deve essere di tutti, noi in primis”

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