Mercoledì 13 maggio, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci annuncia l’ingresso, nella giunta di governo, della Lega. Inoltre, dichiara di voler affidare ad un esponente della Lega l’Assessorato Regionale di Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

Gli risponde a stretto giro Beatrice Basile, autorevole archeologa, dirigente e soprintendente presso l’Assessorato dei Beni Culturali dell’Isola. Ne riportiamo un ampio stralcio perché parole profondamente condivise da Italia Nostra.

Se c’è una costante che attraversa tutta la storia politica della Sicilia dai primi anni Ottanta ai giorni nostri, e lega insieme posizioni di destra, di sinistra e di centro, è il pervicace, ostinato tentativo di mettere fuori combattimento il sistema istituzionale della tutela dei beni culturali e del paesaggio […]

Assalto a tutto campo: da un lato, la manomissione pesante sulla qualità (e quindi sull’efficienza) degli uffici centrali e periferici (contrazione di organico qualificato, utilizzo degli istituti di tutela come serbatoio di posti in funzione di ammortizzatore sociale, riforma della dirigenza, privatizzazione del rapporto di lavoro, ruolo unico dei dirigenti, penalizzazione delle competenze specifiche, rimpasto continuo di uffici, musei, parchi e poli, centralizzazione soffocante e pervasiva, totale discrezionalità politica sulle nomine); dall’altro, il tentativo – questo, almeno finora, meno o non sempre riuscito – di “liberare” il territorio dagli odiati vincoli, per conquistare nuovi spazi (e spazi pregiati!) alla speculazione, e di privatizzare il patrimonio culturale a scopo di lucro […]

La nomina di Sebastiano Tusa era stata una svolta inaspettata: un momento di speranza, un riprendere vigore, il segnale che non tutto era davvero perduto […] Io, come altri, abbiamo creduto che la vicinanza di Tusa Le avesse fatto comprendere quanto importante fosse il nostro patrimonio culturale […] Ci eravamo sbagliati. Forse, a pensarci ora, la nomina di Tusa fu solo un errore involontario.

Ci sono, a volte, dei gesti che assumono un potente significato simbolico. Collettivo. Questo, malgrado le mediocri intenzioni di chi li ha determinati.

Lo scorso ottobre 2019, ai funerali del compianto ex assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Sebastiano Tusa, l’ineffabile presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci affermò: “Il ritorno finalmente a casa delle spoglie di Sebastiano Tusa costituisce una consolazione spirituale […] per me che l’ho chiamato al ruolo di governo, condividendone ansie e speranze […] Riposi in pace! Rimane il suo insegnamento, gli obiettivi che abbiamo concordato in un anno di governo”.

Che dire? Se c’è uno che ha tradito gran parte degli insegnamenti, degli obiettivi e dei progetti di Sebastiano Tusa, quello è proprio il presidente Musumeci con questa scelta. Le sue decisioni e indecisioni politiche, le sue dichiarazioni lo dimostrano inequivocabilmente, a cominciare dall’infinito, sconcertante interim dell’assessorato dei Beni Culturali che egli ha avocato a sé per più di un anno, indebolendo fortemente, svuotando di ruolo e di significato una funzione pubblica cruciale della Regione Siciliana.

E ora, il colpo finale: la Lega entra nella giunta di governo e ad essa viene affidato – nientemeno! – l’assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. Evidente è il nostro sconcerto. Musumeci non poteva fare peggio, sottovalutando le plateali, laceranti contraddizioni che si porta dietro.

Tutto ciò, mentre presso l’Assemblea regionale siciliana i gruppi di potere stanno confezionando esiziali disegni di legge all’insegna di una forsennata deregulation, che se ne frega della Costituzione, di leggi e di regolamenti in ambito urbanistico ed edilizio e per quanto attiene alla gestione dei nostri beni culturali e ambientali. Un panorama davvero desolante. Un contesto politico pericoloso.

Come sempre Italia Nostra vigilerà e si opporrà fermamente a decisioni e indecisioni politiche che mettono a rischio la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale. Di certo, con l’ingresso della Lega nella giunta di governo, e affidandole i beni culturali siciliani, il presidente della Regione Musumeci tradisce e oltraggia anche la dignità storica e civile dell’Isola. #DiventeràBellissima, ormai, è solo un patetico, scolorito slogan.

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