Un bonus economico per incentivare i lavoratori della Regione Siciliana a lavorare. Ma mentre i sindacati esultano, la Regione nega tutto. E la ministra della Pubblica amministrazione invia gli ispettori. Sull’isola ha scatenato il caos la notizia di un accordo tra la Regione e alcuni sigle sindacali che assegnerebbe 10 euro, ridotti a otto nel giro di qualche settimana, a 140 dipendenti dell’assessorato Lavoro per incentivarli a evadere più pratiche possibili. Lo scopo è utilizzare altri 100 dipendenti regionali, al momento in smart working, e quindi velocizzare la trasmissione all’Inps dei decreti per la cassa integrazione in deroga. Ad attenderla in Sicilia sono ancora ben 37mila aziende con 130 mila lavoratori. Mentre le pratiche analizzate sono ancora pochissime: circa 4mila che riguardano poco più di novemila lavoratori.

Al momento esiste dell’accordo esiste “pizzino” sottoscritto ieri nel corso di una riunione al Dipartimento Lavoro, diffuso dall’agenzia Ansa. Nel foglietto c’è scritto a penna che si tratta di una ipotesi di accordo. In calce ci sono le firme dei segretari dei sindacati Siad, Cisl-Fp, Sadirs, Fp-Cgil e Uil-Fpl: non ci sono quelle di Ugl e Cobas/Codir che non hanno partecipato all’incontro perché avevano chiesto un rinvio per approfondire il tema. Sul ‘foglietto c’è anche la firma di Giovanni Vindigni, direttore generale del Dipartimento lavoro. Che all’edizione palermitana di Repubblica conferma: “Al tavolo i sindacati mi hanno chiesto di riconoscere ai dipendenti un bonus di 10 euro per ogni pratica analizzata”. Più soldi per fare il loro normale lavoro dunque? Non è chiaro, visto che la Regione smentisce di aver accettato l’accordo.

A Roma, però, non l’hanno presa bene. “Siamo in un momento delicatissimo per tutto il Paese e mi lascia attonita apprendere della richiesta di ulteriori bonus retributivi da parte dei sindacati dei dipendenti della Regione Siciliana per lo sblocco delle pratiche sulla cassa integrazione in deroga. Soltanto nell’isola circa 130mila persone attendono l’erogazione di una così importante misura messa in campo dal Governo. La Pubblica amministrazione in queste settimane, come ho più volte detto, deve essere motore della ripartenza del Paese. E non può permettersi di avanzare col ‘freno a mano tirato. Ho attivato quindi l’Ispettorato del Dipartimento Funzione Pubblica per avere chiarimenti in merito alla vicenda”, scrive su facebook la ministra della P. a. Fabiana Dadone.

A protestare sono anche i partiti che sull’isola sono all’opposizione di Nello Musumeci. Per i deputati M5s all’Ars “chiedere un bonus aggiuntivo di 10 euro per ogni pratica di cassa integrazione analizzata è vergognoso, sembra quasi una speculazione, se pensiamo a quei siciliani che in questo difficilissimo momento storico non sanno come fare la spesa. “C’è un limite alla decenza e alla vergogna. Siamo in una Terra, la Sicilia, che non deve e non può morire per mano del potere della burocrazia e per i capricci di chi cerca altri soldi per fare il proprio dovere, lautamente pagato”, dicono il segretario della Lega in Sicilia Stefano Candiani e il parlamentare Nino Minardo. Il Carroccio ha sostenuto l’elezione del governatore del centrodestra.

I sindacati, intanto, difendono i lavoratori. “E’ paradossale, oltre che scorretto e diffamatorio, il tentativo di mettere in cattiva luce i sindacati e i dipendenti del dipartimento Lavoro addebitando loro richieste economiche in cambio delle pratiche di cassa integrazione. La Cgil non ha partecipato ad alcun mercimonio. Così come gli altri sindacati confederali, chiede solo il rispetto delle previsioni contrattuali”, diceil segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino. Il sindacato chiede all’assessore regionale al Lavoro di “fare subito chiarezza e di prendere provvedimenti”. “Si cerca di gettare fango per sottrarsi alle proprie responsabilità – continua Mannino – Si dica piuttosto perché il sistema informatico ha cominciato a funzionare, e male, circa un mese dopo l’accordo sulla Cig (dal 25 marzo solo il 20 aprile), si dia conto del fatto che i dipendenti del Dipartimento hanno esitato 1.500 pratiche il 1° maggio senza chiedere nulla in cambio e che stanno tenendo, in smart working, ritmi insostenibili”.

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