Dopo undici giorni in mare con 149 persone a bordo, si aggravano le condizioni dei migranti sulla Alan Kurdi, la nave della ong Sea Eye ferma davanti alle coste siciliane in attesa che le autorità italiane individuino una nave dove far trascorrere la quarantena ai migranti soccorsi. Tre persone sono state evacuate nella notte, mentre a bordo si registra un caso di tentato suicidio da parte di un ospite. “Abbiamo bisogno di un porto sicuro, l’inattività dei Paesi europei sta diventando sempre più pericolosa”, denuncia la ong tedesca. Così, su richiesta del ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha firmato un provvedimento con il quale la Croce Rossa Italiana viene nominata soggetto attuatore per provvedere all’assistenza alloggiativa e alla sorveglianza sanitaria delle persone soccorse in mare. In una nota del Mit, si specifica poi che è stata individuata la nave della Compagnia italiana di navigazione sulla quale i migranti, già da venerdì mattina, trascorreranno il periodo di quarantena prima dello sbarco.

La denuncia di Sea Eye: “Livelli di stress eccessivo, alcuni naufraghi volevano buttarsi in mare”
Nel comunicato diffuso da Sea Eye si legge che “nelle prime ore del mattino di mercoledì un uomo di 24 anni ha tentato il suicidio a bordo della Alan Kurdi. Nel suo rapporto, il medico della nave ha preso atto del grave stato di ansia, delle esperienze di violenza in una prigione libica e di una relazione conflittuale con altre persone a bordo. La disperazione dell’uomo era diventata così insopportabile che non vedeva altra via d’uscita se non quella di suicidarsi”. La dottoressa Caterina Ciufegni, nella sua relazione medica alla Guardia Costiera italiana, ha riferito che “il paziente è un pericolo per se stesso e per gli altri. Siamo certi che la condizione peggiorerà ulteriormente”.

Ma lo stato di forte stress psico-fisico non riguarda un solo ospite della nave. Un altro ragazzo, riferiscono dalla Alan Kurdi, “da giorni ricorre all’autolesionismo“. Alcuni naufraghi, inoltre, hanno manifestato la volontà di gettarsi in acqua per tentare di raggiungere a nuoto le imbarcazioni italiane, nella speranza di guadagnare la terraferma.

Individuata la nave sulla quale tenere le 146 persone in quarantena: venerdì il trasbordo
Nel pomeriggio di giovedì, però, il Mit ha annunciato che la situazione per i 146 naufraghi ancora a bordo della nave della ong si stava per sbloccare. La necessità era quella di individuare una nave che consentisse a tutti i passeggeri e membri dell’equipaggio di rimanere in quarantena in condizioni di sicurezza e igienico-sanitarie adeguate, prima dello sbarco in Italia.

Nella nota del Mit si spiega che per assicurare il rispetto delle misure di sorveglianza sanitaria di quarantena e in mancanza di un “Place of Safety” (luogo sicuro), le persone a bordo della Alan Kurdi potranno svolgere il periodo di quarantena su una nave individuata dal ministero di proprietà della Compagnia italiana di navigazione. A gestire le operazioni, come stabilito da Borrelli, sarà la Cri.

Il trasferimento delle persone avverrà nella mattinata di venerdì, dopo che la Croce Rossa avrà completato tutte le operazioni preparatorie all’assistenza.

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