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Coronavirus, la Cina dall’Oms alla Fao: la presenza di Pechino nei posti chiave delle organizzazioni internazionali

Il predominio della Cina nelle principali agenzie delle Nazioni Unite riflette la sua abilità diplomatica, ma è anche stato possibile dal vuoto lasciato dagli Stati Uniti
Coronavirus, la Cina dall’Oms alla Fao: la presenza di Pechino nei posti chiave delle organizzazioni internazionali
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Donald Trump ha deciso di sospendere i finanziamenti all’Oms, accusata di essere filo-cinese. Una decisione attesa che è stata la punta dell’iceberg nel duro braccio di ferro con l’agenzia delle Nazioni Unite per il suo presunto sbilanciamento in favore di Pechino sul coronavirus. Secondo il sito Politico, per chi segue da vicino il crescente attivismo di Pechino nell’organizzazione internazionale, la deferenza dell’Oms nei confronti del Dragone non è una sorpresa, ma fa parte di una campagna ad ampio raggio da parte del Paese asiatico per rafforzare le sue posizioni in tutto il sistema Onu.

Dal 2019, la Fao è guidata da Qu Dongyu, ex vice ministro dell’Agricoltura cinese, e l’anno prima Zhao Houlin, che ha iniziato la sua carriera al ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni di Pechino, ha ottenuto il secondo mandato quadriennale come segretario generale dell’International Telecommunication Union, organo cruciale che stabilisce gli standard tecnici per le reti di comunicazione. Zhao avrebbe usato la sua posizione per rafforzare la posizione di Huawei come fornitore di apparecchiature per il 5G in tutto il mondo.

Ancora, nel 2017, il segretario generale Onu Antonio Guterres ha affidato a Liu Zhenmin, ex vice ministro cinese per gli Affari Esteri, una posizione chiave nel Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite, organo incaricato di far avanzare il programma per lo sviluppo, combattere i cambiamenti climatici e ridurre le disuguaglianze. Intanto, l’International Civil Aviation Organization – agenzia Onu che regola i viaggi aerei globali – guidata dal cinese Fang Liu, è stata accusata di tenere Taiwan fuori dal giro sui protocolli per il Covid-19.

In parte questo predominio nelle principali agenzie delle Nazioni Unite riflette la sapiente manovra diplomatica di Pechino come potenza in crescita e la sua posizione come la seconda economia mondiale. Ma è stato anche possibile – sottolinea Politico – a causa del vuoto lasciato dagli Stati Uniti, che con Donald Trump hanno ‘ripudiato’ il precedente ruolo di leader nelle istituzioni multilaterali.

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