“Tutta la dovuta luce” aveva detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana. E per farla è stata ufficializzata la composizione della commissione “per fare chiarezza su quanto accaduto al Pio Albergo Trivulzio negli ultimi mesi”: ovvero 70 morti a marzo, 27 per sospetto Covid 19 solo nella prima settimana di aprile secondo quanto riportato da La Repubblica. Il presidente è Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell’Ats di Milano. Nella commissione entrano anche gli ex magistrati Giovanni Canzio, presidente Orac (Organismo Regionale Anti Corruzione), indicato da Regione Lombardia, e Gherardo Colombo, scelto dal Comune di Milano che tornerà così, in pratica, ad indagare sulla Baggina quasi 30 anni dall’arresto di Mario Chiesa con cui si aprì Tangentopoli.

Questi gli altri componenti: Giovanna Beretta, primario riabilitazione Ospedale Niguarda, presidente Simfer Lombardia; Claudia Toso, medico del lavoro, componente unità di crisi coronavirus di Regione Lombardia e Ats Brianza; Matteo Marchesi, medico legale, Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo; Marco Bovio, risk manager, Asst Lodi; Antonio Colaianni, Responsabile Uoc Vigilanza e Controllo Strutture Socio Sanitarie, Ats Milano.

“L’organismo ha il compito di accertare i fatti con la massima trasparenza – dicono Fontana e l’assessore Giulio Gallera – con particolare riferimento alle procedure adottate sin dalle fasi iniziali per gestire la situazione di emergenza legata al coronavirus”. Le case di riposo, come scritto nei giorni scorsi dal Fattoquotidiano.it, sono diventate focolai del coronavirus con centinaia di anziani morti e operatori contagiati. Da qui la decisione di istituire due commissioni di verifica, una incentrata proprio sull’istituzione che i milanesi chiamano la ‘Bagginà e l’altra su altre 15 Rsa che hanno ospitato pazienti Covid dimessi dagli ospedali, sulla base di una delibera regionale.

Intanto, mentre sul Pat indagano anche gli ispettori del ministero della Salute, la Procura di Milano, che ha aperto numerosi fascicoli sulla presunta cattiva gestione dell’emergenza nelle residenze e sulla strage di anziani, cerca di capire anche se siano state applicate correttamente o meno e se fossero sufficienti le disposizioni contenute nel “piano pandemico” regionale. Un fronte di indagine che affianca quello delle analisi dei protocolli di sicurezza interni delle varie strutture e dei documenti sanitari su morti e contagi. Il Ministero e la Regione Lombardia, aveva già scritto, tra l’altro, la Federazione dei medici di famiglia lombardi in una diffida di metà marzo, “non hanno predisposto alcun piano dei rischi, alcuna sorveglianza sanitaria all’accesso” delle strutture sanitarie, né “un protocollo di sicurezza per l’acquisto di dispositivi di protezione”, come le mascherine. Per i legali della Federazione sarebbe bastato anche applicare correttamente il piano per un’eventuale pandemia predisposto dalla Regione nel 2006.

Anche su questi aspetti, dunque, gli inquirenti del dipartimento guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano, e coordinati anche dal procuratore Francesco Greco, dovranno fare chiarezza a seguito delle denunce per omicidio colposo, epidemia colposa e reati in materia di sicurezza sul lavoro presentate da operatori delle Rsa e familiari delle vittime. Al vaglio c’è anche la delibera dell’8 marzo con la Regione chiedeva alle Rsa, se volevano, di accogliere pazienti Covid-19 dimessi dagli ospedali. Una delibera che, però, come ha chiarito Gallera, ha riguardato soltanto “15 strutture su 708 totali”. Rsa che li hanno ospitati “in strutture autonome” rispetto agli anziani. Per un totale di “150 pazienti su oltre 60mila posti letto accreditati”. E ora su queste 15 (tra cui 7 a Bergamo, 5 a Milano e una a Brescia) faranno verifiche, come ha aggiunto l’assessore, degli “esperti che in maniera autonoma” analizzeranno come “si sono comportati i gestori privati”.

Mentre i dati complessivi dei contagi in Lombardia ed anche a Milano sono in calo, Fontana, infatti, ha voluto precisare che le case di riposo “o sono private o sono partecipate da alcuni Comuni” e Gallera ha riferito che “le prima linee guida alle Rsa” il Pirellone le ha date già il 23 febbraio. Uno dei punti centrali che verrà verificato con l’audit regionale sarà il tasso di mortalità nelle residenze rispetto a una serie di fattori. E anche sul Pat, ha precisato Fontana, la Regione, che “contribuisce col Comune di Milano alla nomina dei vertici”, ha deciso, appunto, di “istituire una commissione per valutare con attenzione le cose che vengono contestate e che si leggono sui giornali”. Fino a che “non ci sarà la prova di ciò che è successo – ha aggiunto – non si possono trarre conclusioni”. Aprile, ha spiegato lo stesso istituto, “sta mostrando i primi segni dell’ondata pandemica che ha investito l’intero Paese e che era impossibile che risparmiasse le Rsa, dove sono state messe in campo tutte le misure di protezione”.

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