La Corte suprema statale aveva deciso che si tenessero nonostante l’emergenza sanitaria legata al coronavirus e così in Wisconsin si sono regolarmente tenute le primarie democratiche in vista delle presidenziali dell’autunno. Migliaia di persone si sono radunate in attesa di votare, formando lunghe file e spesso senza indossare mascherine. Altre migliaia hanno rinunciato invece al diritto di votare, restando a casa dopo che le schede per votare a distanza non sono arrivate. Nel frattempo, sino a lunedì 13 non si saprà chi sarà risultato vincitore tra l’ex presidente Joe Biden e il senatore Bernie Sanders. Inoltre, le minoranze sono state le più colpite dalla situazione e dalla chiusura di molti seggi (a Milwaukee 5 aperti su 180 previsti) e del mancato arrivo delle schede. Accuse sono state rivolte al governo repubblicano dello Stato, cui viene imputato di aver agito per ostacolare il voto delle minoranze.

I democratici avevano chiesto che il voto fosse rinviato, mentre i repubblicani (e la Corte suprema statale controllata in maggioranza da conservatori) non avevano intenzione di posticipare. Anche alla Corte suprema sarebbe stata utile bassa affluenza, a favore di un candidato conservatore. In precedenza, Biden aveva detto che quel voto di persona non si sarebbe dovuto svolgere, mentre Sanders ha parlato di situazione “pericolosa”. Il caos in Wisconsin si ripeterà probabilmente negli Stati in cui ancora le primarie devono svolgersi: in Alaska, Wyoming e Ohio si vota per posta questo mese, in altri tra cui la Georgia si voterà di persona a maggio. In Wisconsin i casi di contagio del nuovo coronavirus sono oltre 2.500, le morti 92.

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