Un “bonus emergenza” per chi si trova in sofferenza economica, insieme a misure di supporto alle associazioni che organizzano banchi alimentari. E poi lo stralcio della tassa di occupazione di suolo pubblico per i commercianti (operazione da 90 milioni di euro) oltre, possibilmente, al rinvio – per tutti a settembre – del pagamento della tassa dei rifiuti. Virginia Raggi le sta studiando tutte per provare a spegnere la miccia sociale che si è appena accesa nelle periferie della Capitale. In una città, Roma, dove i conti non sono mai stati rosei ed ora anche l’assenza di monetine da raccogliere sul fondo della Fontana di Trevi – circa 1,4 milioni l’anno – da donare alla Caritas, rappresentano un problema serio.

Da giovedì è al lavoro una task force a Palazzo senatorio che opera a stretto contatto con la Ragioneria capitolina. L’obiettivo è stilare tutta una serie di misure anticrisi che da un lato siano efficaci e dall’altra abbiano la garanzia di essere suffragate da coperture governative e di legge. L’esempio più calzante è quello del possibile stop per un paio di mesi agli affitti negli immobili di proprietà comunale: “Si può fare anche subito – spiegano dal Campidoglio – ma l’opzione deve essere inserita in un decreto, perché si rischia il danno erariale”.

Aiuti per chi non ce la fa, con un occhio al lavoro nero Una settimana fa, Raggi aveva invocato le misure annunciate nella serata di sabato da Giuseppe Conte: un decreto “Cura comuni” che permettesse alle città di sbloccare fondi straordinari per l’emergenza. “Un primo passo, siamo già al lavoro per applicare il nuovo Dpcm”, ha scritto la sindaca su Twitter terminata la conferenza stampa del premier. Quattro le misure principali sul fronte delle politiche sociali. Innanzitutto la definizione di “misure specifiche per supportare chi si trova in sofferenza economica a causa della perdita del lavoro”, una sorta di declinazione cittadina del “reddito di emergenza” invocato dal capo politico a interim del M5s, Vito Crimi. Anche tenendo conto del fenomeno del lavoro nero, considerazione già espressa nei primi giorni di lockdown, per la quale la prima cittadina capitolina “fu bersagliata rozzamente dai soliti scienziati della politica”, come nota l’assessore al Personale, Antonio De Santis. Gli altri provvedimenti riguardano l’aumento dei pasti a domicilio, già portato da 600 a 800 al giorno, con la possibilità di arrivare a 1000; contatti con le reti di distribuzione alimentare per facilitare la consegna a casa della spesa a persone anziane o con difficoltà motorie; il supporto della consegna di pacchi spesa con posti e sistemazioni da utilizzare per le associazioni del territorio.

Sostegni al piccolo commercio: via la Cosap Di certo, la misura più significativa presa fin qui dalla giunta Raggi riguarda lo stop alla Cosap, la tassa per l’occupazione di suolo pubblico. Circa 90 milioni di euro che ora il Campidoglio spera di recuperare attraverso erogazioni governative. “Un ammontare significativo – ha detto l’assessore al Commercio, Carlo Cafarotti – che dà la cifra della nostra vicinanza agli operatori commerciali di Roma, molti dei quali (penso ad esempio a chi lavora dietro i banchi dei mercati) sono impegnati a garantirci i beni essenziali, sacrificandosi per il bene comune”. L’altro provvedimento allo studio è il differimento al 30 settembre del versamento del Cip, il Canone iniziativa pubblicitaria, quello che viene pagato in sostanza per le insegne e il marketing in genere. Ad essere spostato in avanti potrebbe essere anche il pagamento della Tari, la tariffa sui rifiuti: difficilmente potrebbe esserci lo stralcio di qualche mensilità, considerando le serie difficoltà economiche in cui versa la municipalizzata capitolina Ama Spa.

Dalla Regione Lazio pronti 10 milioni per spesa e farmaci Nel frattempo, anche la Regione Lazio annuncia aiuti per le famiglie. Il governatore Nicola Zingaretti annuncia su Twitter che martedì verrà discusso in giunta lo stanziamento di circa 20 milioni di euro “destinati ai comuni per buoni spesa alle famiglie che hanno bisogno”. Circa la metà, 10 milioni, dovrebbero essere destinati alla città di Roma. “Contestualmente a questo primo stanziamento di fondi – spiega Enrico Cavallari, capogruppo di Italia Viva – si sta poi lavorando per collaborare con le catene di distribuzione per calmierare i prezzi, affinché i buoni spesa abbiano un elevato potere di acquisto sui prodotti alimentari”. Inoltre, fa sempre l’Ater di Roma società che gestisce le case popolari, “è attivo un servizio molto importante per i cittadini che vivono nelle case Ater di Roma e che hanno più di 65 anni, sono disabili o sono risultati positivi al Covid. Chiamando lo 06.899.199 potranno ricevere a casa la spesa o i medicinali”. Tutto ciò mentre l’Unione Inquilini di Roma lancia un appello al Governo nazionale per introdurre un sostegno all’affitto, “un contributo straordinario per tutti”, come affermato dal segretario romano, Fabrizio Ragucci.

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