Una figlia non può correre a dare l’ultimo saluto alla madre. Succede anche questo durante la quarantena. Purtroppo è mancata mia nonna, in Puglia. 98 anni, 8 figli, 8 nipoti, 8 bisnipoti. Ce lo aspettavamo già da qualche tempo, scrivo a chiare lettere per evitare fraintendimenti che il coronavirus non c’entra assolutamente nulla. A causa del virus, però, le sue quattro figlie e i nipoti che abitano “al Nord”, non sono potuti scendere per il doloroso addio.

E così siamo qui, con la nostra tristezza, a 700 km di distanza.

Non ci sono parole.

Ieri per la nostra famiglia è stato il giorno del lutto.

Oggi, con la tristezza nel cuore, riprendo a scrivere.

Per dire a chi sta fuori dalla zona rossa che qui abbiamo i supermercati ben riforniti, che mancano solo i guanti monouso e l’Amuchina da viaggio. Ma poi chi ne ha bisogno? Siamo in casa, se usciamo stiamo all’aria aperta senza contatti ravvicinati con altre persone. Non ho mai usato così poca Amuchina in vita mia

Percepisco che ora la tensione si è spostata anche all’estero. Sono stata contattata da un collega francese della tv nazionale, piuttosto allarmato, che mi ha chiesto se io, i miei figli e mio marito mangiamo e dormiamo in stanza separate. Ho dovuto rassicurarlo: la nostra vita in famiglia non è cambiata, semplicemente sono chiusi scuole e luoghi pubblici e si fa la spesa con guanti e mascherina.

Per quanto ne so, all’ospedale di Casalpusterlengo, sono attive solo le urgenze. Mio papà è dovuto recarsi al punto prelievi per un controllo che (come ha sottolineato il cardiologo) non poteva assolutamente rimandare. Per chi come lui ha patologie serie il servizio sanitario svolge regolare attività. Semplicemente invece della solita ressa di 30-40 persone al punto prelievi ne ha trovate altre 3 o 4: e questo, devo dire, mi ha tranquillizzata. Meno probabilità di contagio per chi, come lui, è più fragile.

E oggi, “dopo 7 giorni passati tra quarantena e turni continui 24h al giorno, il personale infermieristico della Rianimazione di Codogno, torna a casa dalle proprie famiglie”. Grazie a tutti per il duro lavoro di questi folli giorni. Grazie, grazie e ancora grazie!

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