Che Intesa Sanpaolo fosse in cerca di prede per allargare il proprio perimetro era noto. Ma si pensava avrebbe puntato su un istituto estero. Invece, a sorpresa, nella notte tra lunedì e martedì la prima banca italiana ha lanciato un’offerta pubblica di scambio su Ubi Banca, terzo istituto per capitalizzazione dopo la stessa Intesa e Unicredit. Per ogni 10 azioni di Ubi ne vengono offerte 17 di Intesa Sanpaolo di nuova emissione, valorizzando quindi il gruppo bergamasco 4,86 miliardi: la cifra corrisponde a un premio del 27,6% sui valori di venerdì 14 febbraio. L’offerta, arrivata a poche ore dalla presentazione del nuovo piano industriale di Ubi, non è ostile ma non è stata concordata. Il cda di Ubi si riunirà martedì per discuterne. In caso di successo dell’opa, per evitare contestazioni antitrust Bper acquisirà 400-500 filiali con 1,2 milioni di clienti e UnipolSai rileverà i rami d’azienda delle compagnie assicurative Bancassurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita partecipate da Ubi. L’annuncio ha fatto volare il titolo Ubi, che a Piazza Affari è arrivato a guadagnare oltre il 25% mentre il progresso di Intesa è intorno al 2%. Al contrario Bper perde oltre il 10 per cento.

Gli obiettivi: 21 miliardi di ricavi, 6 miliardi di utile al 2022 – Nel comunicato che annunciava l’offerta, pubblicato sul sito dopo le 23:30 di lunedì, Intesa spiega che intende “svolgere un ruolo proattivo nel panorama bancario europeo” e per farlo ritiene opportuno aggregarsi “con un altro operatore che abbia caratteristiche simili, in modo da minimizzare i rischi”. La banca che nascerà dall’integrazione, secondo Messina, “potrà essere uno dei leader del sistema bancario europeo”. Intesa diventerebbe il settimo gruppo bancario per totale attivo dell’area euro, con 460 miliardi di impieghi, 1.100 miliardi di risparmi gestiti e 21 miliardi di ricavi stimati. L’obiettivo è “raggiungere un utile netto di oltre 6 miliardi di euro nel 2022″, oltre che “distribuire ai propri azionisti dividendi elevati e sostenibili con la previsione di un dividendo per azione pari a 0,2 euro a valere sul 2020 e superiore a 0,2 euro a valere sul 2021”. L’offerta punta ad acquisire l’intero capitale sociale di Ubi (o almeno una partecipazione pari al 66,67%) e delistarne le azioni. Il marchio Ubi scomparirebbe Il cda di Intesa ha deliberato di sottoporre all’assemblea straordinaria dei soci, convocata per il 27 aprile, la proposta di un aumento di capitale a servizio dell’offerta. Entro 20 giorni di calendario l’istituto presenterà a Consob il Documento di Offerta e alle altre autorità competenti le comunicazioni e richieste di autorizzazione. Se tutto va come da attese, l’inizio del periodo di adesione all’ops si aprirà a fine giugno.

Le promesse: 2.500 assunzioni di giovani a fronte di 5mila uscite – Ca’ de Sass, in caso di successo, avrà accesso a oltre “3 milioni di clienti prevalentemente retail, Pmi e private di standing, ubicati in alcune delle aree a più alto potenziale di sviluppo“, cosa che farebbe della banca “il settimo gruppo bancario per totale attivo dell’area Euro”, si legge in una nota. Le sinergie di costo sono stimate a regime in circa 510 milioni di euro ante imposte per anno, a fronte di costi di integrazione stimati in circa 1,2 miliardi una tantum. Intesa oggi ha 3.800 sportelli, Ubi circa 1.600. In seguito all’aggregazione, il nuovo gruppo potrà “puntare sull’ingresso di giovani grazie a un programma di 2.500 assunzioni, per promuovere il cambio generazionale, con un rapporto di un’assunzione ogni due uscite volontarie“. “Le 5.000 persone che volontariamente potranno uscire includono le 1.000 richieste di adesione all’accordo sindacale di Intesa Sanpaolo del 29 maggio 2019 e le 300 persone previste nell’accordo sindacale di Ubi Banca del 14 gennaio 2020″, sottolinea Messina. Vengono poi promessi “30 miliardi di euro di credito aggiuntivo nei prossimi 3 anni a sostegno dell’economia italiana”, l’aumento “da 50 a 60 miliardi” delle “nuove erogazioni a favore della Green Economy” e “da 5 a 6 miliardi” del “plafond destinato a investimenti nella circular economy”, mentre la capacità erogativa del Fondo d’Impatto salirebbe da “1,25 a 1,5 miliardi” e sarebbero portati “da 11,5 a 13,5 milioni gli interventi a favore delle persone in difficoltà (distribuzione pasti, posti letto, indumenti, cibo) nei prossimi tre anni”.

Ubi ha guadagnato il 28,9% in due settimane – L’offerta è maturata nelle ultime settimane. “Un mese fa abbiamo avuto le prime conversazioni sull’operazione”, ha detto Messina. Il titolo Ubi, in attesa del nuovo piano, aveva mostrato un andamento stellare in Borsa. Dal 3 febbraio a ieri, dopo la presentazione agli analisti, le azioni della banca avevano guadagnato il 28,9%, sovraperformando di gran lunga il Ftse Mib. Advisor finanziario di Intesa è stata Mediobanca. La banca d’affari ha assistito anche Bper come ‘Sole Global Coordinator’ e ‘Sole Bookrunner’ nell’aumento di capitale da 1 miliardo che servirà, nel caso l’offerta andasse in porto, ad acquisire 400-500 filiali bancarie.

Messina: “Dopo il cda ho chiamato Massiah. Informato Gualtieri” – Secondo Messina “tra le banche di medie dimensioni del nostro Paese, Ubi è certamente quella meglio amministrata in termini di qualità del bilancio e impegno nei confronti dell’economia reale e della sostenibilità”. In conferenza stampa poi ha raccontato: “Ho parlato ieri sera con Massiah, un minuto dopo la fine del nostro cda che ha deliberato l’operazione. Victor è un galantuomo, mi ha detto che si sentiva in imbarazzo di aver presentato il piano, che avrebbe esaminato la proposta e che avrebbe valutato. Se lo vorrà, avrà un ruolo di responsabilità nella prima linea del management, ma vedremo gli sviluppi futuri”. Il manager ha anche informato il ministro dell’economia Roberto Gualtieri. Il consigliere delegato e ad ha rivendicato che “come uno dei principali datori di lavoro del Paese abbiamo sempre tutelato l’occupazione”, anche se dopo l’acquisizione per 1 euro di Pop Vicenza e Veneto Banca ci sono stati 4mila esuberi, e “lanciato uno dei più importanti programmi in Europa di attività a elevato impatto sociale e ambientale”.

L’inchiesta che coinvolge Massiah e Bazoli – L’ad di Ubi Victor Massiah, in carica da 13 anni, è imputato a Bergamo in un processo per ostacolo alla vigilanza, che coinvolge anche il presidente emerito di Intesa Giovanni Bazoli, a sua volta ideatore della fusione tra Bpu Banca e Banca Lombarda da cui nel 2007 è nata Ubi. Secondo la procura di Bergamo, a decidere le nomine ai vertici di Ubi e delle partecipate era una cabina di regia costituita da due associazioni di azionisti: i bergamaschi Amici di Ubi guidati da Emilio Zanetti e i bresciani dell’Associazione Banca lombarda e piemontese presieduta da Bazoli. Un patto tenuto nascosto alla vigilanza, secondo i pm.

Bazoli ha fatto sapere di non voler “dare alcun commento” sull’offerta di Intesa, “se non per precisare che io ho conosciuto la decisione di Intesa Sanpaolo ieri sera, al momento della comunicazione ai mercati, perché i responsabili della banca hanno ritenuto – credo correttamente, data la mia posizione e la mia storia – di non coinvolgermi in alcun modo nella decisione”.

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