“Gina Cetrone? Non so chi sia”. Giovanni Toti smentisce decine di foto, articoli e comunicati stampa facilmente reperibili sulla rete. Per il leader di ‘Cambiamo!’, movimento nato lo scorso anno da una costola di Forza Italia, l’esponente pontina arrestata stamattina per estorsione insieme al marito Umberto Pagliaroli nell’ambito di una più vasta inchiesta sul clan criminale dei Di Silvio semplicemente non esiste. “Non è iscritta a Cambiamo – dice – dal momento che il comitato promotore, unico organo statutario per quanto riguarda l’assegnazione di incarichi, non ha mai preso in considerazione di assegnarne uno all’ex consigliera regionale del Lazio, la cui iscrizione al nostro movimento politico non risulta nemmeno ancora formalizzata”. Gina Cetrone proviene dal Pdl, poi nel 2013 si è candidata in Regione Lazio senza successo con Fratelli d’Italia, fino a “tornare” in Forza Italia, e annunciare poi la sua adesione a Cambiamo.

In realtà, Cetrone ha partecipato da protagonista il 15 novembre 2019 a un evento presso l’Hotel Europa di Latina, in cui si confermava, di fatto, la nascita nel Lazio del movimento guidato dal presidente della Regione Liguria. Presente al tavolo dei relatori e presente alle foto di rito con Giovanni Toti e con Adriano Palozzi, quest’ultimo divenuto il consigliere regionale di riferimento del movimento, nonostante sia rinviato a giudizio per corruzione nell’inchiesta della Procura di Roma sullo stadio di Tor di Valle. In un articolo del 7 ottobre 2019, dunque precedente a quella manifestazione, Latinaquotidiano.it riporta proprio le dichiarazioni di Palozzi a margine: “In provincia di Latina abbiamo trovato già un importante punto di riferimento in Gina Cetrone. È una persona capace, determinata, che sono certo saprà fare la differenza e che si è messa subito a disposizione dimostrando di credere non solo nel nostro progetto ma soprattutto nei valori che lo contraddistinguono”. Due giorni dopo ci sarebbe stato il primo evento del movimento, presso la sala Etruschi del consiglio regionale del Lazio. C’e’ poi un trafiletto del 10 ottobre 2019 apparso sul quotidiano Latina Oggi, dal titolo: “Cambiamo, Cetrone coordinatore”, e ancora: “L’ex consigliera regionale con il movimento di Toti”.

Una corsa a scaricare la collega di partito arrestata? In parte sì. Ilfattoquotidiano.it ha contattato Mario Abbruzzese, ex presidente del Consiglio regionale del Lazio ai tempi di Renata Polverini presidente. Lui sì, in realtà, coordinatore regionale di Cambiamo. “Purtroppo ha un caratteraccio e fa tutto da sola – dice Abbruzzese – Faceva questi comunicati stampa e questi post su Facebook dove si firmava coordinatore regionale. I giornali locali prendevano e pubblicavano. Io la riprendevo ma lei se ne fregava”. Insomma, una specie di “millantato credito”. Però neanche si può dire che Gina Cetrone non fosse nessuno nel movimento di Toti: “Formalmente non è nemmeno tesserata – assicura Abbruzzese – anche perché i tesseramenti li abbiamo iniziati adesso. Possiamo dire che si occupava della provincia di Latina? No, non lo so. Ad oggi non c’è alcun incarico, perché esiste la direzione nazionale, di cui fa parte Adriano (Palozzi, ndr) e poi ci sono i quadri regionali e io sono il coordinatore del Lazio”. Ma Cetrone sedeva ai tavoli dei relatori: “Io mica posso cacciare la gente dalle manifestazioni”, risponde sconsolato Abbruzzese, ex Pdl protagonista suo malgrado del collasso del consiglio regionale da lui presieduto ai tempi dello scandalo che vide coinvolto il gruppo di centrodestra e il suo capogruppo Franco ‘Batman’ Fiorito.

Fatto sta che Giovanni Toti minaccia querele a chi associ il suo simbolo al nome di Gina Cetrone: “Agiremo a tutela della nostra reputazione. Diffidiamo chiunque a utilizzare in modo menzognero questa vicenda. E visto che nessun media ha avuto cura di verificare la notizia, prendendo come fonte ufficiale la pagina Facebook della signora Cetrone, pretendiamo le rettifiche immediate per il gigantesco danno di immagine subito dal nostro partito”. Ma la rettifica andrebbe chiesta anche a qualcuno dei suoi, evidentemente.

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