In questo nuovo 2020 Facebook vuole provare a lasciarsi definitivamente alle spalle gli ultimi burrascosi anni a base di polemiche e scandali sulla privacy e l’impiego dei dati degli utenti. Per questo, nelle prossime settimane, il popolare social network ha in programma di chiedere a quasi 2 miliardi di utenti di rivedere le proprie impostazioni sulla privacy. Nei nostri feed infatti apparirà con molta probabilità un avviso che ci inviterà a controllare le nostre impostazioni sulla privacy. Cliccandoci attiveremo così lo strumento di verifica della privacy, che per l’occasione è stato completamente rinnovato e che ci consentirà di determinare più chiaramente chi può vedere i nostri dati, fornendoci anche indicazioni su come proteggere il nostro account.

Inoltre, a partire da oggi, Facebook ha anche annunciato di aver reso disponibile in tutto il mondo un altro strumento già preannunciato negli scorsi mesi, Attività off-Facebook. Quest’ultimo ci mostrerà un riepilogo delle informazioni possedute dai siti di terze parti e inviate a Facebook al fine di offrirci pubblicità più mirate. Col nuovo strumento potremo dunque controllare ciò che viene raccolto su di noi e condiviso con Facebook e cancellare tali informazioni dal nostro account se lo vorremo.

Foto: Depositphotos

Infine, a inizio mese, Facebook ha reso disponibile anche Notifiche di Login, un altro strumento che consente di tenere traccia di tutte le notifiche di accesso ad app di terze parti, come ad esempio giochi o altri servizi, tramite notifiche di accesso, così da consentire agli utenti di restare sempre informati sul modo in cui viene utilizzato il proprio account, con la possibilità, eventualmente di andare a modificare le opzioni.

Insomma, sembra proprio che Facebook sia seriamente intenzionata a dare una bella rinfrescata alla propria immagine, dopo gli scandali di Cambridge Analytica e quelli relativi all’esposizione di dati sensibili. Tutto ciò ovviamente non cambierà la natura del business di Facebook, che resterà sempre saldamente basato sulla vendita dei (nostri) dati, ma almeno concorrerà a rendere più trasparente il suo operato, consentendo anche agli utenti di decidere il livello della propria privacy, ovvero ciò che sono disposti a scambiare per ottenere i servizi gratuiti di cui ritengono di aver più bisogno.

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Avast, l’antivirus raccoglieva e rivendeva i dati degli utenti senza informarli a sufficienza

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