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Ultimo aggiornamento: 15:28 del 28 Gennaio 2020

Elezioni regionali, Feltri: “Godo per M5s finito. Sardine? Finiranno in padella”. E denuncia: “A ‘Libero’ fregano i sedili del wc e le merendine”

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Elezioni regionali? A me sinceramente non frega un cazzo. Mi fa godere invece che i 5 Stelle siano finiti, come godrò quando le Sardine finiranno in padella. La cosa che mi diverte di più è che abbiamo un governo sostenuto da un partito morto. È bellissimo e comico. Ormai non beccano più un voto, anche se si vota in un condominio“. Sono le parole pronunciate ai microfoni de “La Zanzara” (Radio24) dal direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri, che, a suon di epiteti non esattamente cortesi, si rende protagonista di un effervescente scontro con uno dei conduttori, David Parenzo.

Tutto parte da un aneddoto che lo stesso Feltri ha narrato lo scorso 23 gennaio nella trasmissione “Dritto e Rovescio” di Paolo Del Debbio, su Rete4. E ripete il racconto anche nel programma radiofonico: “Due anni fa, non si sa per quale strano e arcano motivo, a un certo punto dai bagni della redazione di “Libero” sono mancati i sedili del water. Non si è mai scoperto chi è stato. Ma è successa poi un’altra cosa ancora più comica: c’è stato qualcuno che rubava le merendine dai distributori automatici“.
“E’ un ambiente incredibile – ironizza Parenzo – Si fregano le tavolette del cesso, si fregano le merendine, scommetto pure che si fregano la carta igienica”.
“Ah, beh, è molto probabile – risponde Feltri – Io però a quel coglione di Parenzo vorrei dire che io qui a “Libero” ho un bagno tutto mio con la chiave e non ci può entrare nessuno“.
“Cioè, tu non vai mai al giornale – rincara Parenzo – E c’hai pure il cesso con la chiave”.
“Tu sei veramente una enorme testa di cazzo”, ribatte, piccato, Feltri, che si lamenta con Cruciani per gli interventi di Parenzo.

La polemica prosegue anche sui discutibili titoli di “Libero” e sul Coronavirus, sul quale il direttore di Libero osserva: “Non vado mai ai ristoranti cinesi, perché non amo il cibo cinese. Però ho molta simpatia per i cinesi. Anzi, segnalo che non c’è mai nessun episodio di razzismo nei loro confronti, perché lavorano più di noi. E questo significa che l’Italia non è affatto un Paese razzista, come sostengono i comunistelli e Parenzo. Però anche questo virus a me non spaventa. Se muoiono alcuni cinesi, non me ne fotte niente. Mi rassegno, mi dispiace, ma basta. Anche se morisse Parenzo, a me, tutto sommato, non fotterebbe niente. Se invece mi morisse il gatto, ne sarei addoloratissimo“.

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