Timbravano il cartellino ma anziché lavorare andavano a giocare alle slot-machine, al supermercato o in palestra. Certificati di malattia per andare al mare e finti straordinari mentre in realtà partecipavano a funzioni religiose e funerali. Il blitz anti-assenteismo dei finanzieri della compagnia di Palmi mercoledì 22 gennaio ha portato all’applicazione di una misure cautelari nei confronti di 13 dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria.

Il provvedimento costituisce l’epilogo di una complessa indagine, svolta dalle Fiamme Gialle di Palmi anche grazie a intercettazioni, riprese video, controlli e pedinamenti. Nel mirino “plurime e reiterate condotte fraudolente” dei dipendenti dell’Asp di Reggio Calabria, in servizio presso il polo sanitario di Taurianova: gli indagati, “approfittando della mancanza di controllo da parte dei rispettivi dirigenti, dopo aver timbrato il badge o firmato il foglio di presenza” invece di lavorare si allontanavano dal posto di lavoro in maniera del tutto ingiustificata per dedicarsi a commissioni e appuntamenti personali. Un’abitudine, dicono i finanzieri, che aveva “carattere di allarmante sistematicità”. Uno dei dipendenti, ad esempio, arrivava il pomeriggio “in tuta” in azienda, dove consegnava il badge a un collega compiacente, che timbrava al posto suo: in questo modo poteva dedicarsi all’attività sportiva. Un altro, d’estate, è riuscito “a farsi certificare, con la compiacenza del medico di base, una condizione di malattia” quando in realtà passava la giornata al mare.

Oltre “all’assenza ingiustificata e reiterata nel tempo dal posto di lavoro” è emersa anche “l’inoperosità quotidiana di buona parte dei dipendenti che, dopo aver timbrato, stazionavano per ore nell’atrio esterno” dell’Azienda sanitaria. Secondo la ricostruzione dei finanzieri non solo gli indagati non effettuavano le ore di servizio previste, ma addirittura dichiaravano falsi straordinari” fino ad oltre 30 ore mensili“. Nel corso dell’operazione sono state notificate anche 38 informazioni di garanzia, che hanno riguardato i destinatari del provvedimento e altri 25 indagati.
Secondo i finanzieri, dall’esame “della copiosa documentazione acquisita presso gli Uffici preposti alla liquidazione degli stipendi dei dipendenti” sono emerse “gravi inefficienze organizzative e gestionali rispetto alle modalità di controllo e rendicontazione delle presenze del personale impiegato nella struttura Asp in questione, tali da consentire la possibilità, di adottare all’interno dei singoli uffici, in maniera arbitraria, variegate modalità di rendicontazione, in alcun modo rispondenti alle disposizioni previste”.