Un oceano di folla, oltre 40mila persone, si è riversato in piazza VIII Agosto a Bologna per l’evento ‘Bentornati in mare aperto’, organizzato dalle Sardine, con la partecipazione di gruppi musicali del calibro dei Subsonica e degli Afterhours, degli Skiantos, dei Modena City Ramblers, del rapper Marracash, di giornalisti come Pif e Sandro Ruotolo, e di tante voci della società civile. Anche Francesco Guccini ha voluto mandare un videomessaggio. Una maratona di voci e musica che ricorda i concerti dell’1 Maggio dei tempi andati, quando la sinistra e i sindacati portavano in piazza migliaia di persone. Manca una settimana esatta alle elezioni regionali in Emilia-Romagna, contendibile, per la prima volta dal Dopoguerra, da parte del centrodestra.

Una grande festa, piena di energia, durata dal primo pomeriggio a tarda sera e una piazza che è apparsa ancora molto affezionata ai valori dell’antifascismo, andando letteralmente in delirio quando, sul palco, i Modena City Ramblers hanno cantato Bella Ciao, con migliaia di voci ad accompagnarli dal pubblico. All’ordine del giorno, i temi dei diritti civili, della lotta alla mafia, dell’immigrazione, della non violenza, della tolleranza e della cultura. Il maxi-raduno è stato aperto sulle note del nuovo inno delle Sardine, inaugurato proprio per questa occasione, e realizzato dal cantautore MaLaVoglia.

Sono passati poco più di due mesi dal 14 novembre, quando le sardine hanno nuotato per la prima volta nel mare di piazza Maggiore, radunando una folla di circa 11mila persone. Oggi sono riusciti a surclassare quel successo ma con una differenza. Il pubblico richiamato è più consapevole dell’altra volta, quando era stato attirato dalla curiosità e dalla voglia di scendere in piazza contro le politiche di Matteo Salvini. Questa volta non c’è il leader leghista a Bologna a cui fare il contraltare dalla piazza vicina. Sono tutti qui solo per le Sardine e da tutt’Italia. Ancora una volta colpisce la partecipazione transgenerazionale, dai ragazzi delle superiori ai pensionati. Tutti con le loro sardine al collo o sui cartelli; tanti manifesti con sopra scritte contro l’odio, per l’ambiente, o in difesa della democrazia.

“Da una piccola sardina derivano grandi responsabilità” è uno degli slogan sui cartelli, ma anche “Amnistia sociale, no decreti sicurezza. Libertà per Nicoletta Dosio e per tutti i no Tav”. La folla, a più riprese, agita palloncini blu e celesti, canta in coro ‘Bella Ciao’ e grida gli slogan ‘L’Italia non abbocca’ e ‘L’Emilia non si lega’. “Sosteniamo la causa delle Sardine – dice Dario 42 anni, consulente informatico che è venuto da Roma – , appoggiamo il loro antileghismo. Hanno ridato speranza alla gente, ci dicevano che ormai sono tutti leghisti. Hanno dimostrato che non è così, che ci sono tante persone come noi che non lo sono. Speriamo che riescano a contrastare l’astensionismo”. Ed è il desiderio di tanti del centrosinistra che hanno paura che la ‘rossa’ Emilia-Romagna sia “liberata” dalla Lega, come hanno auspicato più volte Matteo Salvini e la sua candidata Lucia Borgonzoni.

“La nostra speranza – conferma Santori – è che queste piazze si traducano in una partecipazione anche elettorale, una presa di coscienza perché siamo ad un punto di svolta. Tra una settimana si capirà se siamo ancora destinati ad altri decenni di sovranismo e di squadrismo digitale oppure se possiamo aprire una nuova epoca fatta di relazioni e di democrazia partecipata”.

“Questa piazza è un monito per i politici – dice Katia che arriva da Arezzo -, ci vuole una politica più sobria, senza odio sui social. Quello delle Sardine è un movimento che vuole portare la politica a ragionare. Spero che riescano a portare di nuovo le persone al voto e che la sinistra, sul loro esempio, torni a parlare con le persone. Qui non ci sono partiti, non ci sono bandiere perché la gente non ha più referenti”. E poi c’è Claudio, 77 anni, pensionato che prima era “molto vicino a Salvini” ma poi “mi sono allontanato perché il suo odio per le persone non mi piace e perché non risponde mai alle domande nel merito. Non mi piace il suo odio per i migranti, bisogna riunire le persone di tutti i Paesi perché l’uomo non è un numero ma una persona. Tutti devono essere rispettati senza differenze, la nostra regione è accogliente e inclusiva da sempre ed è giusto così. L’accoglienza ci porta persone e sviluppo”. Claudio arriva da Ferrara e porta al collo una sardina di carta con la scritta ‘Pace’. “Le Sardine sono un movimento speciale, vogliono il bene di tutti – dice – , che la gente non si odi e si rispetti. Questa è una piazza di pace. Sono contento dei loro valori antifascisti e che si canti ‘Bella Ciao’, quello che abbiamo vissuto durante la Guerra deve avere un valore ma, soprattutto, sono felice che, finalmente, i giovani riprendano in mano le sorti del Paese”.