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Catania, usavano la calce edilizia nella lavorazione del pesce: stabilimento sottoposto a sequestro preventivo

L’impresa avrebbe messo in commercio prodotti alimentari adulterati e contraffatti, e avrebbe impiegato nello stabilimento acqua proveniente da un pozzo artesiano con un alto tasso di batteri coliformi
Catania, usavano la calce edilizia nella lavorazione del pesce: stabilimento sottoposto a sequestro preventivo
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Usavano la calce edilizia al posto di quella alimentare per la lavorazione di stoccafissi e baccalà: con quest’accusa uno stabilimento produttivo del settore ittico siciliano, la “Jonica Pesca snc” di Acireale, è stato sottoposto a sequestro preventivo dalla Guardia costiera e i carabinieri del Nucleo operativo ecologico, come disposto dalla Procura di Catania. L’impresa avrebbe messo in commercio prodotti alimentari adulterati e contraffatti, e avrebbe impiegato nello stabilimento acqua proveniente da un pozzo artesiano con un alto tasso di batteri coliformi, così come evidenziato dalle analisi dell’Azienda sanitaria provinciale. All’amministratore e legale rappresentante della società, Valastro Giuseppe è stato notificato il divieto di dimora. Nei suoi confronti il gip ha emezzo una misura cautelare reale e persona, eseguita martedì dai militari.

La società “Jonica Pesca” è una delle maggiori società del settore ittico in Sicilia e si occupa di stoccaggio, lavorazione e trasformazione di pesci, crostacei e molluschi. Le indagini hanno sono iniziate alla fine del 2018, dopo un controllo effettuato dalla Guardia Costiera per verificare il rispetto delle norme nazionali e comunitarie sulla filiera ittica: durante le ispezioni dei locali dell’azienda sono emersi altri illeciti, come reati ambientali e violazioni delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Gli inquirenti hanno accertato l’assenza di documentazione di autorizzazione allo scarico e di quella che attestava i campionamenti di monitoraggio delle acque utilizzate per la lavorazione del prodotto ittico. A differenza di quanto dichiarato, infatti, l’impresa non si sarebbe limitata alla sola conservazione e commercializzazione dei prodotti ittici, ma anche alla lavorazione, trasformazione, affumicatura ed al confezionamento. Infine, nello stabilimento sono state trovate le telecamere di video-sorveglianza non autorizzate da parte dell’Ispettorato del Lavoro.

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