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Austria, dalla tassa verde sui voli agli investimenti green: ecco perché i Verdi hanno dato l’ok all’accordo di governo con i Popolari

Quello che è uscito dall'intesa è un'inedita combinazione fra obiettivi tipici del centrodestra e temi ecologisti. È particolarmente fitta la lista delle misure ambientali. Nascerà una squadra operativa per l'"ecologizzazione" del sistema fiscale, al fine di penalizzare le emissioni dannose
Austria, dalla tassa verde sui voli agli investimenti green: ecco perché i Verdi hanno dato l’ok all’accordo di governo con i Popolari
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Misure fiscali aggressive a tutela dell’ambiente, ma anche temi cari ai conservatori, come il contrasto alla criminalità. Sono variegati i punti del programma di governo fra Verdi e Popolari, approvato dalla base di entrambi i partiti. Grazie anche all’inclusione di numerosi provvedimenti ecologisti, sabato i Verdi hanno dato l’ok al patto. I rispettivi leader Werner Kogler e Sebastian Kurz hanno stipulato un’intesa di oltre 300 pagine, mettendo insieme le principali promesse della campagna elettorale. Quello che ne è uscito fuori è un’inedita combinazione fra obiettivi tipici del centrodestra e temi green: alla linea dura su immigrazione e sicurezza e a politiche economiche liberiste volute dai popolari, si accompagnano riforme della tassazione e contrasto alle emissioni nocive per l’ambiente, espressione della linea dei Verdi.

È particolarmente fitta la lista delle misure ambientali. Il primo obiettivo è rendere l’Austria neutrale nei confronti del clima entro il 2040. Un altro traguardo ambizioso è produrre il 100% dell’elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030. Oltre a queste dichiarazioni di intenti, ci sono anche proposte ben precise, come l’introduzione di una tassa unica sui voli pari a 12 euro, che costituisce di fatto un aumento delle imposte sul trasporto aereo. È previsto un investimento di un miliardo di euro per il miglioramento delle condizioni del trasporto pubblico, specialmente nelle aree urbane, e un investimento di pari ammontare per assicurare che esso sia disponibile in tutto il Paese, incluse le aree rurali. Il nuovo esecutivo si impegna inoltre a rendere ecologico il sistema dei pedaggi per i camion, collegandolo alla classe di emissione del veicolo, così da rendere più costoso l’utilizzo di mezzi inquinanti. Nell’accordo di coalizione figura anche la promessa di sostenere tasse sul carbone a livello europeo e internazionale e a dare vita a una squadra operativa per l'”ecologizzazione” del sistema fiscale entro il 2022, al fine di penalizzare efficacemente le emissioni dannose per il clima.

Nelle parti dell’accordo dedicate alla sicurezza e all’immigrazione emerge invece la linea politica dei popolari. È previsto l’innalzamento dell’età fino alla quale è vietato indossare il velo nelle scuole: da 10 a 14 anni. Un’altra misura degna di nota è l’introduzione della custodia preventiva per le persone ritenute una minaccia alla sicurezza pubblica ma che non hanno ancora commesso crimini: un’idea proposta nel precedente governo dopo un’accoltellamento fatale apparentemente commesso da un richiedente asilo.

Il programma di coalizione prevede un taglio delle tasse per le imprese dal 25% al 21% e una riduzione dell’aliquota fiscale per i primi tre scaglioni di reddito per le persone fisiche: dal 25% si passa al 20%, dal 35% si passa al 30% e dal 42% al 40%. Infine è prevista una misura a favore delle famiglie con figli, ossia l’innalzamento dello sgravio fiscale annuale da 1500 euro a 1750 euro.

Per quanto riguarda la trasparenza della pubblica amministrazione, Verdi e Popolari hanno trovato l’accordo sull’abolizione del segreto ufficiale per come è attualmente in auge e la dichiarazione della libertà di informazione come un diritto giuridicamente applicabile. Inoltre, si dà alla Corte dei Conti il potere di esaminare i bilanci dei partiti politici, una mossa che segue gli scandali di corruzione che hanno investito l’Fpoe, il partito di estrema destra che formava la coalizione del precedente governo con i Popolari.

Infine, non mancano misure a sostegno della parità di genere. È introdotto infatti l’obbligo per le imprese statali di avere nel consiglio di amministrazione almeno il 40% di donne, come esempio per il settore privato.

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