Recentemente Signify, l’azienda nata dallo spinoff di Philips Lightning, ci ha dato la possibilità di provare alcune delle sue soluzioni a marchio Philips Hue per l’illuminazione “smart” della casa, nello specifico il White & Color Ambiance Starter Kit (3 lampadine led multicolore E27, un interruttore/dimmer e un Bridge Hue), e due lampadine aggiuntive (una multicolore ed una bianca).

Rispetto ad altre soluzioni di luci smart più economiche, quella di Philips Hue richiede qualche passaggio in più per la configurazione ed installazione iniziale vista la necessità di installare in casa (e collegare al router) il “Bridge“, una scatoletta che permette di gestire tutte i dispositivi compatibili con la connessione ZigBee presenti nell’appartamento (quindi non solo prodotti della linea Philips Hue), ottenendo però il grande vantaggio di non dipendere dalla presenza della connessione internet per poter accendere le luci di casa.

Per la prova abbiamo deciso di seguire le istruzioni fornite con il kit, optando per installare le 3 lampadine in esso contenuto in un’unica stanza (ed acceso l’interruttore), dopodichè abbiamo collegato il bridge ad una delle porte “LAN” del router tramite il cavo ethernet fornito, installato l’app sullo smartphone, registrare un account Hue, e completato il collegamento tra telefono e bridge. L’operazione nel suo complesso non richiede doti informatiche avanzate, permettendo a chiunque sappia avvitare una lampadina, collegare una presa ed installare un’app di eseguire il tutto – l’unica cosa che può richiedere maggiore attenzione se non si è esperti è collegare il cavo di rete.

Dopo aver configurato sull’app la prima stanza, siam passati all’installazione in altre due stanze delle restanti due lampadine; rispetto a quelle presenti nel kit, e già inserite prima di installare il bridge, è necessario farle rilevare al sistema, e la cosa ha richiesto qualche attenzione in più: per farle trovare dall’app abbiam dovuto praticamente avvicinare lo smartphone alla lampadina accesa; in alternativa è possibile appuntarsi il codice scritto sul corpo della lampada ed utilizzare quello per facilitare il rilevamento della stessa.

La quantità di luce emessa, sia dalle lampadine multicolore, che da quella monocolore, è stata nostro parere ottima per illuminare gli ambienti in cui le abbiamo installate: in cucina e cameretta una singola lampadina riesce ad illuminare bene l’ambiente, per un ambiente più grande come il salotto (25mq circa) 3 si sono rilevate più che sufficienti senza la necessità di impostarle al massimo della luminosità (è possibile regolarne l’intensità a seconda della necessità, sia attraverso il telecomando/dimmer in dotazione che tramite l’app). L’applicazione offre sicuramente un maggior controllo sul tutto, dando accesso anche a vari preset di colorazioni che più si adattano a varie situazioni.

Come ogni dispositivo smart che si rispetti, anche le lampadine Philips Hue possono essere utilizzate mediante controllo vocale, ad esempio durante la nostra prova abbiamo scelto di utilizzarle tramite Alexa, l’assistente vocale di Amazon, e per farlo abbiamo dovuto semplicemente attivare la skill “Hue” dall’app di Alexa, collegarla all’account Hue e collegare al bridge. Una volta completato questi passaggi è stato possibile gestire le lampade smart con comandi semplici come “Alexa accendi/spegni le luci del salotto” o “Alexa imposta luci salotto al 50%”, “Alexa luci camera verde” per regolare rispettivamente luminosità e colore.

Lo starter Kit che abbiamo provato è in vendita con prezzi nell’intorno dei 150€, mentre le singole lampadine rispettivamente 40€ per quella multicolore e 35€ circa quella solo luce bianca. Il costo che può sembrar alto è a nostro parere ben giustificato dalla qualità del prodotto, oltre che dalla lunga durata prevista per le lampadine – circa 25000 ore di utilizzo, ossia oltre 10anni con un utilizzo medio di 6h al giorno- e dal basso consumo energetico (9W il massimo consumo di ogni lampadina, per offrire luminosità equivalente ad una lampadina ad incandescenza da 60W).

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